Biden-Netanyahu: alleanza a colpi di insulti. Gli altarini di Woodward
epa05202464 US Vice President Joe Biden (L) and Israeli Prime Minister Benjamin Netanyahu (R) shake hands as they arrive to deliver joint statements in the prime minister's office in Jerusalem, Israel, 09 March 2016. US Vice President Biden is in the region for his first talks in Israel and the Palestinian areas in six years. EPA/DEBBIE HILL / POOL
Il presidente Usa Joe Biden ha definito il premier israeliano Benjamin Netanyahu “Son of b…” (figlio di p…) e “Bad f..King guy” (un cattivo fottuto re). A rivelarlo, nel suo ultimo libro, è lo storico giornalista del “Watergate”, Bob Woodward. Le parole sarebbero state pronunciate con un collaboratore nella primavera di quest’anno, con l’intensificarsi della guerra nella Striscia di Gaza, l’aumento esponenziale del numero delle vittime e la moltiplicazione delle voci critiche nella comunità internazionale per l’efferatezza dello Stato ebraico.
Per quanto riguarda il conflitto in corso tra Israele e Hamas, Woodward descrive il rapporto teso tra Biden con Netanyahu. Mentre pubblicamente diceva di sostenere Tel Aviv, anche per non scontentare l’influente lobby ebraica statunitense, in privato il presidente Usa esprimeva frustrazione per la strategia di Bibi. “Qual è la tua strategia, amico?”, gli avrebbe chiesto durante una telefonata risalente ad aprile. Nella fatica editoriale si raccontano i tentativi di Biden di frenare le azioni del premier israeliano, in particolare dopo che l’Iran aveva lanciato missili contro Israele in risposta al suo attacco in Siria. “Non devi fare un’altra mossa. Non fare nulla”, consigliò l’inquilino della Casa Bianca al suo ingestibile interlocutore. Con l’aggravarsi della situazione, la frustrazione del presidente Usa nei confronti dello scomodo “alleato” sarebbe esplosa. “È un fottuto bugiardo”, esclamò dopo che Israele era entrato a Rafah, scrive Woodward. In una conversazione di luglio successiva a un raid aereo israeliano a Beirut, Biden avrebbe urlato a Netanyahu, “Bibi, che cazzo?”. Le ostilità in terra palestinese continuano ad essere al centro della campagna elettorale americana. Il candidato repubblicano alla presidenza degli Stati Uniti, Donald Trump, parlando davanti a una folla di alcune centinaia di persone durante un evento al Trump National Doral Golf Club nel sud della Florida, per commemorare quanto accaduto un anno fa, ha affermato: “L’attacco del 7 ottobre non sarebbe mai accaduto se fossi stato presidente”.
L’Iran intende rafforzare i suoi alleati e i gruppi militanti in Medio Oriente attraverso un nuovo patto di difesa. L’accordo mira a creare una struttura di difesa comune per i paesi e i gruppi appartenenti al cosiddetto “asse della resistenza” in caso di attacco da parte di Israele o degli Stati Uniti.
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