Cronaca

Ancora allarme Pfas a Spinetta Marengo: nel mirino l’ex Solvay

di Ivano Tolettini -


A Spinetta Marengo, quartiere di Alessandria, si rinnova l’allarme Pfas. I timori per la salute pubblica sono alti e torna nel mirino l’impianto chimico della Syensqo, diventata indipendente e leader mondiale nel settore specialty, nata dallo spin-off del Gruppo Solvay, completato a fine 2023. La multinazionale, qualora ci fossero problemi per la popolazione, sarebbe chiamato in causa. Della vicenda si è occupata domenica sera la trasmissione di Rai 3, Presa Diretta. È tornata in Piemonte per testimoniare l’allarme per i cosiddetti “inquinanti eterni”, i perluoroalchilici, che così tante preoccupazioni stanno creando in Veneto per la loro tossicità conclamata e che sono messi al bando in tanti Paesi perché sono cancerogeni.

Il caso Miteni

Siamo nel ricco Nord Est, dove tra le province di Vicenza, Verona e Padova 350 mila persone sono alle prese con l’inquinamento da Pfas causato dalla Miteni di Trissino che ha avvelenato la seconda più grande falda d’Europa. Davanti alla Corte d’Assise di Vicenza si sta concludendo il lungo dibattimento contro 15 ex dirigenti Mitsubischi, Icig e Miteni del polo chimico oggi dismesso, tratti a processo per disastro ambientale, avvelenamento delle acque, gestione dei rifiuti non autorizzata e, a vario titolo, anche di reati fallimentari. In prima fila da anni ci sono le Mamme No-Pfas, quasi tutte vicentine e veronesi, che sono diventate loro malgrado delle esperte in materia. “Io ho avvelenato purtroppo i miei figli – racconta Giovanna Dal Lago – allattandoli”. E l’amica Michela Piccoli, altra mamma impegnata nell’estenuante battaglia, aggiunge che “queste molecole nel sangue non sappiamo quali effetti avranno, ma i timori di gravi malattie ci sono”. La questione centrale è che serve un rapporto epidemiologico che stablisca la correlazione di causa effetto tra Pfas nel sangue e l’incidenza delle malattie. Il prof. Andrea Crisanti, oggi parlamentare del Pd, sottolinea che “la Regione Veneto ha avuto fin qui l’atteggiamento di chi non voglia sapere perché se so devo prendere dei provvedimenti”. Da parte sua la Regione replica di avere chiesto da tempo lumi all’Istituto Superiore di Sanità. Intanto, lo scaricabarile va avanti da anni e la popolazione si ammala perché l’inquinamento si allarga.

L’Allarme Pfas ad Alessandria

Intanto, a Spinetta Marengo in uno dei più grandi stabilimenti d’Europa, ed unico in Italia, in cui si producono Pfas a catena corta ribattezzati C604 dalla Solvay, che li brevettò, l’ing. Claudio Lombardi, ex assessore all’Ambiente del Comune di Alessandria e in prima fila a tutela di almeno 16 mila residenti, spiega che “la causa delle patologie che abbiamo riscontrato dopo uno studio ad hoc in eccedenza rispetto ad altre zone della città è dovuta principalmente all’aria che respiriamo”. In passato sono stati registrati valori pericolosi nel sangue e tra il 1996 e il 2016 a Spinetta Marengo sono stati riscontrati risultati allarmanti nella popolazione per tumori epatici e alle vie biliari, mesoteliomi pleurici e sarcomi. L’epidemiologa Cristina Ivaldi della Arpa Piemonte, ai microfoni di Rai 3 lancia un’accusa precisa perché “io credo che per questa situazione di contaminazione importante, si è arrivati per inerzia di anni di chi doveva controllare e non l’ha fatto e di chi doveva intervenire e non l’ha fatto”.
Dallo scorso gennaio la Regione Piemonte rispetto al passato ha cambiato strategia ed ha disposto uno studio epidemiologico. Il ricercatore Stefano Polesello dell’Irs-Cnr, che con il suo team ha scoperto la presenza dei Pfas nel Vicentino nel 2013 facendo deflagrare il caso Miteni, evidenzia che “ogni volta che viene certificata la tossicità di un tipo di Pfas le industrie si attrezzano per inventarne altri”, proprio com’è avvenuto in passato a Spinetta Marengo da parte di Solvay. “Syensqo prende molto sul serio il tema dei Pfas – afferma in una nota l’azienda – Niente è più importante della salute e della sicurezza dei nostri colleghi e delle nostre comunità locali. Siamo fermamente impegnati per un futuro più sostenibile – e l’eliminazione graduale dei tensioattivi fluorurati e i continui investimenti nelle migliori tecnologie disponibili per ridurre le emissioni nella nostra produzione ne sono la prova”.


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