Attualità

È la porta della cantina quella dove fare goal: calciatori tra vigneti

di Simona Cortopassi -


Lautaro, Pirlo, Spalletti e tanti altri: tra vigneti, cantine, aziende agricole i calciatori sedotti dal nuovo trend

Che Lautaro scenda in campo non è una novità. Ma questa volta il terreno non ha niente a che vedere con il manto erboso dello stadio. Dopo gli spoiler degli ultimi giorni, l’attaccante e capitano dell’Inter ha ufficializzato il lancio della produzione di vini Cittanina insieme alla compagna Agustina Gandolfo. «Non si tratta solo di bottiglie, ma di un riflesso del nostro amore per la nostra terra e per i nostri valori», afferma il “Toro”, spiegando che più che un’avventura è un sogno che li lega profondamente al loro Paese d’origine: l’Argentina. Le vigne da cui provengono le uve per la produzione di questi vini si trovano, infatti, a Mendoza, una delle regioni vinicole più rinomate del mondo. Qui, i genitori del campione si occupano della gestione dei vigneti, portando avanti una tradizione agricola che ora trova nuova linfa nella passione del calciatore. Due al momento le etichette pronte da degustare: Coraje e Passion. Il primo corposo e denso, prodotto con 100% uve Malbec, colpisce per il finale elegante e i colori nerazzurri, gli stessi della squadra in cui milita Lautaro, ripresi sulla bottiglia. Passion è l’espressione di vigneti con più di 90 anni, di medio corpo al palato, con tannini molto fini e una discreta acidità. L’anteprima mondiale si è svolta ieri, 3 ottobre, nel cuore di Brera, dove l’attaccante ha il suo ristorante meneghino, inaugurato nel 2022, segno di una tangibile voglia di entrare nel mondo enogastronomico. Un legame più forte e contagioso di quanto si possa immaginare e… che non conosce maglie. Numerosi altri campioni del calcio, sia del passato sia del presente, hanno scelto di investire nel mondo del vino o della ristorazione, con risultati spesso sorprendenti.

Uno dei più talentuosi, dentro e fuori al campo, a intraprendere un percorso nel settore enologico è l’ex Juventus e campione mondiale nel 2006 Andrea Pirlo. Il Maestro, come lo chiamavano i tifosi del New York city dove ha concluso la carriera, è oggi proprietario dell’azienda Pratum Coller in Franciacorta, zona nota per vini pregiati e, in particolare, per le bollicine di alta qualità. Una decisione non casuale, visto che Pirlo è cresciuto in una famiglia che già possedeva terreni agricoli. Anche il suo compagno bianconero Gigi Buffon lo ha seguito nell’impresa, ma spostandosi in Salento in compagnia dell’imprenditore Fabio Cordella dove producono circa 30mila bottiglie di Primitivo all’anno. Numeri più che moltiplicati da Andrès Iniesta, uno dei più geniali centrocampisti di sempre, che ha fondato con il padre una cantina a Manchuela, tra Madrid e Valencia, con cui arriva al milione di vendite in tutto il mondo.
Storie di successo provengono anche da allenatori che spesso alternano la dirigenza delle squadre a quella delle vendemmie. Luciano Spalletti è proprietario de La Rimessa nel comune di Montaione, borgo medievale in Toscana, mentre Alberto Malesani, profeta del gioco a zona con grandi risultati con Fiorentina e Chievo, ha l’azienda vitivinicola La Giuva nelle colline a nord di Verona.
Ricerca della perfezione attraverso l’equilibrio e l’armonia sono le parole chiave che permeano il lavoro di questi professionisti e che hanno guidato le loro carriere calcistiche. Una filosofia che si sposa alla perfezione anche con il settore della ristorazione. David Beckham, ex stella del Manchester United, Real Madrid e della nazionale inglese, dopo il ritiro ha investito in diverse attività imprenditoriali, inclusi i settori della ristorazione. Ivan Cordoba ha aperto a Milano il ristorante Mitù con l’obiettivo di portare la cucina colombiana a grandi livelli, o per meglio dire “a giocare in Champions League” come ha dichiarato simpaticamente di recente. Un obiettivo già centrato dalla bandiera nerazzzurra, oggi dirigente dell’Inter, Javier Zanetti titolare di due ristoranti specializzati in cucina argentina. Uno di questi è El Patio del Gaucho, al piano terra dello Sheraton Milan San Siro – la Scalda del Calcio – dove si respira tutta l’atmosfera della Pampa mentre si delizia il palato con un asado a regola d’arte. C’è poi il Botinero, co-fondato insieme all’ex compagno Esteban Cambiasso, impreziosito da chicche, tra cui scarpe da calcio e fasce da capitano. Perché si entra per mangiare, ma spesso in veste di tifosi. E le aspettative non vengono mai deluse.

L’abilità di questi atleti di affrontare nuove sfide con lo stesso spirito competitivo e la stessa attenzione ai dettagli che li ha resi grandi sul campo è evidente nelle loro imprese imprenditoriali. Ne è un esempio Roberto Scarnecchia, soprannominato Speedy Gonzales per il suo scatto bruciante, che, dopo aver vestito le maglie di Roma, Napoli e Milan, è diventato chef arrivando addirittura a conquistare la stella Michelin quando aprì ad Alessandria Il Vino di Ismaro.
Storie tutte uguali e tutte diverse con un filo conduttore comune: il ritorno alle radici, ai ricordi di un’infanzia trascorsa tra i campi, immersi in un contesto familiare genuino. Perché se la frenesia e le pressioni del calcio di altissimo livello spesso li allontanano da una dimensione semplice e autentica, una volta appese le scarpe al chiodo, è forte il bisogno di riscoprire quei valori e quella serenità. Spesso nella regione in cui sono cresciuti o nelle zone dove la carriera calcistica li ha portati a vivere. Tutti pronti a far girar la testa, questa volta non per un gol spettacolare o un’azione decisiva, ma per un calice di vino pregiato o un piatto delizioso.


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