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Hot parade

di Redazione -


Sale: Puff Daddy. Fermi tutti. Qua sta venendo giù tutto. Oltre alle orge, oltre a tenere un arsenale di olio lubrificante che manco la Wehrmacht ai tempi suoi, pare che Puff Daddy avrebbe brigato per fare ammazzare Tupac. La notizia è rimbalzata ovunque. I familiari di Tupac dicono che avrebbero raccolto elementi che li spingerebbero a parlare di un suo coinvolgimento attivo, pare che avrebbe dato un milioncino a chi sparò contro il rapper ucciso nel ’96 nell’ambito dello scontro tra East e West Coast. Più si scava, più cose escono. Chissà se Puff c’entra con l’11 settembre o con l’omicidio Kennedy?

Stabile: Roberto Gualtieri. Roma cade a pezzi e lui pacioso come uno Svejk contemporaneo se ne esce chiudendo la Fontana di Trevi: sarà visitabile solo a pagamento, due euro, oltre alle monetine da sganciare all’interno. Le solite storie per spennare i turisti, tutti Decio Cavallo, con la scusa della manutenzione e di altre amenità. Meglio del ragioniere Casoria, Gualtieri. Roma cade a pezzi ma gli dicono pure bravo. E adesso si ricandida pure. Per continuare l’ottimo lavoro. Sciapò.

Scende: Gianluca Rocchi. Non ne ingarrano una manco per scherzo, gli arbitri italiani. Sette pesi, quattordici misure e, soprattutto, una campagna elettorale per i rinnovi dei vertici Aia che a confronto Trump e Harris sono due scolaretti. Ma il tema è più serio di quanto possiate anche solo immaginare. Possibile che in Italia un business milionario sia deciso da decisori, al di là di tutto, così scarsi? Certe cose non succedevano soltanto in Borsa, o a Bruxelles?

*di Simone Donati


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