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Le rotte della cocaina in Italia: ecco come arriva la droga più consumata dopo la cannabis

di Angelo Vitale -


La cannabis è la droga più consumata al mondo e in Italia, al secondo posto la cocaina. La relazione annuale della Direzione centrale per i Servizi Antidroga fotografa questi primati e conferma la ‘ndrangheta in un ruolo egemone, l’organizzazione mafiosa italiana più insidiosa e pervasiva, uno dei più potenti e pericolosi sodalizi criminali al mondo, contraddistinto da una pronunciata tendenza all’espansione su scala nazionale e internazionale.

La cocaina destinata in Italia giunge prevalentemente via mare nei grandi porti. La si trova mescolata a carichi legali di merce all’interno di container oppure riposta a ridosso delle porte di accesso dei container per essere prelevata più rapidamente. E’ il cosiddetto metodo rip-on/rip-off che consente il veloce prelievo di borsoni lasciati a ridosso delle porte dei container. Minori quantitativi sono introdotti via aerea da corrieri che ingeriscono ovuli o la nascondono nei doppifondi dei bagagli.

La gran parte dei traffici, però, avviene via mare, con i clan criminali che tendono a controllare la corruzione interna nei sistemi portuali, in scali che non sono necessariamente posti nelle aree territoriali di più stretta influenza nelle regioni del nostro Paese.

La Colombia è un luogo di importanza strategica per l’origine dei traffici. Allo stato attuale i “cartelli” messicani, quelli brasiliani e la mafia albanese sono i principali interlocutori dei narcos colombiani. Dall’Italia, vi sono legate la ‘ndrangheta ma anche la camorra, seppur non presente in forma stanziale e strutturata in Colombia.

L’Italia non è solo meta finale del traffico di cocaina destinato all’uso interno ma anche ponte verso altre aree. Dal 2020 i porti italiani, in particolare il porto di Gioia Tauro (che si è rivelato anche essere scalo di traffici di armi), vengono utilizzati sempre più spesso come punto di trasbordo della cocaina movimentata verso est, cioè verso i porti del Mar Egeo e del Mar Nero, e poi trasportata e distribuita nei mercati illeciti di Grecia, Bulgaria, Romania e, prima del conflitto, Ucraina e Turchia.

Oltre che con il sistema rip on/rip off, la cocaina è arrivata con il sistema drop off, abbandonando in mare i carichi previsti: nel marzo 2023, al largo di Catania in acque internazionali, la Guardia di Finanza ha sequestrato quasi 2 tonnellate di cocaina, scaricate in mare per consentirne il successivo recupero da parte di imbarcazioni nazionali.

E ancora, nel luglio dell’anno scorso oltre 5,3 tonnellate di cocaina erano state recuperate dalla Guardia di Finanza nel canale di Sicilia. Il carico, gettato fuoribordo dalla motonave “Plutus”, sequestrata dalla Direzione distrettuale antimafia della Procura della Repubblica di Palermo, era proveniente dalla Repubblica Dominicana, avendo toccato il porto di Trinidad e Tobago e Las Palmas in Spagna e quindi, attraversando lo Stretto di Gibilterra, era giunto nel Canale di Sicilia in attesa del motopeschereccio che nel frattempo era salpato dalle coste calabresi. Una volta abbandonato il carico di droga, la motonave aveva tentato di riprendere il largo in direzione della Turchia prima di essere bloccata dalle unità aeronavali della Guardia di Finanza.


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