Attualità

Michelle Comi, chi è l’influencer che lancia una raccolta fondi per rifarsi il seno

di Roberta Rizzo -


Michelle Comi lancia una raccolta fondi sui social per sostenere un intervento di mastoplastica additiva

L’influencer torinese Michelle Comi, attiva su OnlyFans, continua a far parlare di sé con iniziative controverse e polemiche. Dopo aver lanciato, la scorsa estate, un appello sui social per essere invitata in vacanza — specificando però di volere solo hotel a 5 stelle, piscina e autista privato — adesso ha avviato una nuova raccolta fondi per un intervento di mastoplastica additiva. Il progetto, dal titolo provocatorio “Contribuisci all’aumento del seno della tua principessa”, si rivolge ai suoi follower, che lei definisce “sudditi”. Nella descrizione dell’iniziativa si legge: “Donate per contribuire all’intervento per la vostra sovrana. Vi terrò aggiornati in questo percorso.”

Sorprendentemente, in appena 24 ore l’influencer ha già raccolto 12.700 euro, avvicinandosi rapidamente al suo obiettivo di 15.000 euro. A rendere ancora più scioccante la vicenda è la donazione di ben 3.000 euro da parte di Federico Menconi, imprenditore nel campo dell’odontoiatria, che evidentemente non ha trovato nulla di strano nell’uso del proprio denaro per un tale scopo.

Non è la prima volta che Michelle Comi finisce al centro delle polemiche. Durante l’estate, era già stata criticata per un video in cui usava in modo disinvolto il nome di Auschwitz, senza alcuna sensibilità o consapevolezza storica. Come se non bastasse, le sue dichiarazioni riguardo alla maternità hanno sollevato ulteriori critiche: “Non mi faccio sformare la pancia per farmi uscire un coso. Mille volte meglio spendere tutti i miei soldi dal chirurgo,” aveva detto, con un tono volutamente provocatorio.

Insomma, Michelle Comi sembra voler attirare l’attenzione a qualsiasi costo, cavalcando l’onda della provocazione e della superficialità. Non c’è da stupirsi che ci siano imprenditori pronti a finanziarla: dopotutto, sembra che oggi basti fare scalpore per ricevere fiumi di denaro. Ma la domanda rimane: dove finisce la libertà di espressione e dove comincia il cattivo gusto?


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