Cultura & Spettacolo

La confessione di Al Pacino: “Durante il Covid stavo per morire”

di Emily Gabrielli -


In occasione dell’uscita della sua autobiografia dal titolo “Sonny Boy” (edito da Penguin Random Hous) Al Pacino ha rilasciato una intervista al New York Times in cui, tra le altre cose, ha rivelato di essere quasi morto dopo aver contratto di Covid nel 2020, prima dell’arrivo dei vaccini.

L’attore ha raccontato al Nyt: “Ero seduto lì a casa mia e non c’ero più. Non mi batteva il cuore. Nel giro di pochi minuti c’era l’ambulanza davanti a casa mia”. Al Pacino, racconta, stava per morire: gli si era fermato il cuore e per qualche minuto aveva perso conoscenza, ma il Covid non lo ha vinto. Per questo ora racconta e si confessa al giornale americano ripercorrendo gli anni che passano, ma anche una riflessione sulla morte e sulla vita.

Vita che riguarda anche la nascita del quarto figlio Roman, avvenuta l’anno scorso con la nuova, giovanissima compagna Noor Alfallah (30 anni, ex di Mick Jagger). Ma non solo: di vita si parla anche con il progetto di un nuovo Re Lear per il grande schermo (per la prima volta in un carnet di personaggi che vanno da Scarface a Serpico, Michael Corleone nel Padrino e Sonny in «Un Pomeriggio di un giorno da cani»).

Una intervista a tutto tondo in cui l’attore italo-americano, nato a East Harlem e cresciuto nel South Bronx, ha parlato del suo contagio col Covid: “Ho cominciato a sentirmi male” ha raccontato “inusualmente male per me”, è arrivata la febbre e poi “il cuore ha smesso di battere”.

La chiamata e l’arrivo dei soccorsi: “L’ambulanza davanti a casa. Sei infermieri e due medici vestiti come astronauti. Non ci avevo mai pensato prima. Ma sai come sono gli attori. Suona bello dire che sei morto una volta”. Pacino ha detto anche di non aver visto o provato nulla in quelli che pensava sarebbero stati gli ultimi istanti della sua vita: “Non ho visto la luce bianca. Non c’era nulla dall’altra parte”.

Dopo il terrore della morte, la gioia della vita e della nuova paternità con la nascita di Roman: il bambino è proprio una delle ragioni del suo libro e della sua voglia di “restare in giro ancora per un poco se mi è possbile”.


Torna alle notizie in home