Attualità

Chi sono e come operano i Cacciatori di Uragani

di Gianluca Pascutti -


“Volare nel cuore di un potente uragano ti dà un’idea di cosa significhi essere una piuma che viene lanciata in aria”, afferma lo scienziato Jason Dunion, meteorologo dell’Università di Miami (Florida). Per quasi trent’anni anni, ha volato su aerei appositamente attrezzati conosciuti da tutti come “cacciatori di uragani” per studiare la condizione e l’evoluzione dei venti nella zona più pericolosa di una tempesta, l’occhio del ciclone. “Madre natura mette la parte più calma di un uragano proprio accanto alla parte più intensa”, afferma il dottor Dunion, “i venti all’esterno dell’occhio possono colpire l’aereo violentemente tanto che coloro che si trovano all’interno spesso vengono sottoposti a forti effetti G, “Poi sbuchi nell’occhio e diventa tutto estremamente calmo”, spiega. “La vista da un aereo nel bel mezzo di un uragano è formidabile, sei circondato da un immenso muro di nuvole che degrada verso l’alto e verso l’esterno”. “Lo chiamiamo ‘effetto stadio’ perché sembra quasi di essere a Wembley o ad una partita di calcio negli Stati Uniti. Ti senti molto piccolo”, continua Jason Dunion. Questo tipo di missioni possono essere molto pericolose, ma forniscono informazioni che non si possono ottenere da delle immagini satellitari. Studiosi e scienziati raccolgono da anni dati su modello tridimensionale dei venti, noto come “campo del vento”. Questa procedura aiuta a prevedere la forza dell’ondata di tempesta che colpirà la terraferma. L’aereo durante la sua missione rilascia gruppi di sensori remoti, noti come dropsondes (sonde a gocce), dotate di un mini-paracadute per registrare la velocità del vento, la temperatura, la pressione atmosferica e l’umidità fino alla superficie dell’oceano agitata dalle onde. Molti altri strumenti a bordo del velivolo aiutano a calcolare la velocità del vento di superficie, mentre il radar fornisce una visione dell’intera struttura della tempesta, compresa la distanza e l’intensità dei venti da uragano e dove si trovano le precipitazioni più intense. Queste missioni aiutano scienziati e meteorologi a capire quali tempeste potrebbero intensificarsi rapidamente e dove potrebbero causare i maggiori danni. “Dobbiamo essere più bravi a prevedere i casi più estremi in rapida in rapida evoluzione”, avverte il dottor Jonathan Zawislak, meteorologo e direttore di volo presso l’Aircraft Operations Center della Noaa. “Mi preoccupa sapere che sempre più spesso gli abitanti delle coste vanno a letto preparati per una tempesta di categoria uno e risvegliano improvvisamente con una categoria tre o superiore, come successo recentemente”. Gli aerei utilizzati per queste complicate missioni sono i Gulfstream IV-SP (G-IV) della NOAA, un aereo che può volare ad alta quota, fino a 45.000 piedi (circa 15000 metri) per codificare un quadro dettagliato dell’atmosfera superiore che circonda gli uragani. I dati del G-IV integrano i dati raccolti a bassa quota raccolti dai P-3 della NOAA, dettagli atmosferici preziosissimi e fondamentali per la sicurezza delle popolazioni che vivono nelle aree più a rischio uragani.


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