Turismo sostenibile? In Germania molti favorevoli, poi il mercato rimane tiepido
Quale ruolo gioca la sostenibilità nella pianificazione dei viaggi dei tedeschi, quanto è sostenibile il loro comportamento di viaggio nella pratica e come si sviluppano questi due aspetti nel tempo? Domande che sono al centro di un progetto di ricerca della Forschungsgemeinschaft Urlaub und Reisen in collaborazione con il ministero federale dell’Ambiente e l’Agenzia federale per l’ambiente. Ne ha scritto Silvia Mogia sul sito web specializzato OfficinaTuristica, convenendo che la consapevolezza ambientale ha un impatto sulle scelte di prenotazione dei viaggi fino ad un certo punto, “sicuramente, molto meno di quanto i più ottimisti si aspettino”. Insomma, un turismo sostenibile che non regge alla prova del mercato.
Innanzitutto – rileva Moggia – “la sensibilità “dichiarata” verso il tema ha raggiunto il cosiddetto plateau. Non più del 67-68% ha una opinione favorevole nei confronti della sostenibilità dei viaggi di vacanza. Se consideriamo che in Germania si parla di questo da decenni e che è di moda (ameno fino ad adesso) esprimere simpatia verso questi argomenti, non è proprio un dato clamoroso. Tuttavia, una cosa sono le opinioni, un’altra sono i comportamenti”.
“L’Attitude-Behaviour Gap (il divario tra atteggiamenti e comportamenti) – rileva Boggia – si riferisce alla discrepanza tra ciò che le persone dicono di voler fare e ciò che effettivamente fanno. In altre parole, una persona può esprimere un atteggiamento positivo verso una certa azione o comportamento (ad esempio, il desiderio di adottare uno stile di vita ecologico), ma poi non tradurre questo atteggiamento in azioni concrete (come ridurre l’uso della plastica o utilizzare mezzi di trasporto sostenibili)”.
Secondo lo studio indicato in OfficinaTuristica “la sostenibilità è stata decisiva solo per il 3% dei viaggi nel 2023 per viaggi di vacanza di cinque giorni o più, e per un altro 17% è stato un aspetto tra i tanti”.
E Boggia conclude: “L’adozione di pratiche sostenibili da parte delle imprese, anche nel turismo, rimane in moltissimi casi – più una questione di processi produttivi. E la risposta del mercato è molto tiepida e difficilmente cambierà”.
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