Attualità

Le parole del Papa sull’aborto fanno litigare Belgio e Vaticano

di Cristiana Flaminio -


Al governo del Belgio le parole di Papa Francesco sull’aborto non sono andate giù. Così Bruxelles ha deciso di convocare al numero 16 di Rue de la Loi il nunzio apostolico, monsignor Franco Coppola, per fare chiarezza sulla vicenda che rischia di innescare un vespaio di polemiche. Alla convocazione hanno fatto seguito le parole del premier Alexandre De Croo che, intervistato da Le Soir, ha tuonato: “Le parole del Papa sono inaccettabili, non abbiamo nessuna lezione da ricevere, un dirigente straniero non può parlare in questo modo delle leggi del nostro Paese. Il mio messaggio al nunzio apostolico sarà chiaro: quello che è successo è inaccettabile”. Il problema è politico. Già, perché Papa Francesco, nel bollare l’aborto come “omicidio” e nel definire “sicari” i medici che lo praticano aveva citato la figura del re del Belgio Baldovino. Che, pur di non firmare a suo tempo la legge che avrebbe reso l’aborto legale in Belgio, preferì rinunciare al trono e abdicare. Per il Vaticano, e per Papa Francesco, quella di Baldovino è una figura esempio di santità. E c’è una causa di beatificazione in corso. Su cui, proprio Bergoglio, s’è espresso con favore.

Il Belgio rappresenta uno dei Paesi europei in cui s’è registrato un forte disamoramento rispetto alla religione cattolica. Qualche decennio fa il 99% della popolazione belga si dichiarava tale. Oggi, quella percentuale è scesa fino al 57%. “Colpa” dell’immigrazione, nel senso che è aumentata e di molto la presenza di musulmani nel territorio belga e ciò comporta un peso importante nelle statistiche. Ma anche della secolarizzazione del Paese, sconvolto da tanti, troppi casi di abusi che hanno coinvolto il clero locale e per i quali Papa Francesco ha utilizzato parole durissime.


Torna alle notizie in home