Solvay, un altro grave incidente: “Va fatto di più per la sicurezza”
È di nuovo allarme per la sicurezza nello stabilimento della multinazionale belga Solvay a Rosignano, nel Livornese: poche settimane di distanza dall’esplosione a un collettore della distribuzione dell’azoto che aveva sollevato preoccupazione a tal punto che dell’incidente si era occupato anche il sindaco Claudio Marabotti e il Consiglio comunale, un giovane operaio di 22 anni è rimasto gravemente ustionato all’80% del corpo nello stabilimento chimico, mentre era impegnato nella produzione del cloruro di sodio, ed è stato ricoverato nel reparto attrezzato dell’ospedale di Pisa. L’operaio, come informa l’azienda, è sempre rimasto comunque “vigile e cosciente ed è stato subito preso in cura dal servizio interno della medicina del lavoro”. Tuttavia, “questo ennesimo grave infortunio in fabbrica rappresenta una drammatica conferma dei pericoli che ancora minacciano l’incolumità fisica dei lavoratori – spiegano Stefano Santini, segretario Filctem-Cgil provincia di Livorno e Mirko Lami, del dipartimento Sicurezza sul lavoro Cgil Toscana -.
Nonostante gli sforzi profusi quotidianamente per migliorare la sicurezza, è evidente che quanto fatto finora non è sufficiente. La sicurezza sul lavoro non può più essere trattata con superficialità”. Si ripropone un’annosa questione che riguarda le aziende del parco industriale Solvay, perché se è vero che da un lato l’azienda chimica nel corso degli anni ha investito in sicurezza ed ha predisposto un codice etico cui devono attenersi scrupolosamente anche le società che lavorano con la multinazionale, è altrettanto vero che qualcosa ancora non funziona se nell’arco di pochi giorni – da agosto a settembre – per ben due volte è risuonato l’allarme per concreti pericoli per l’incolumità dei lavoratori nel polo chimico livornese. Un evidente problema per il management Solvay cui fa capo la responsabilità della sicurezza dei lavoratori.
Solvay, ancora un incidente – Coordinamento
La sicurezza sul lavoro, ribadiscono i sindacati, a cominciare dalla Filctem-Cgil, non può essere trattata con superficialità. “L’incidente avvenuto venerdì scorso – aggiungono Santini e Lami – richiama con forza tutti noi alla necessità di un rafforzamento continuo e costante di tutte quelle misure che possono e devono tutelare la vita e la salute dei lavoratori. Ribadiamo con forza e determinazione la nostra richiesta a tutte le aziende del parco industriale Solvay, poiché la questione è urgente e non più procrastinabile, la costituzione definitiva di un coordinamento tra rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza, responsabili del servizio di prevenzione e protezione e Rls di sito”. L’esperienza in ambito giuslavoristico fa ribadire che si tratta di un organo decisivo “per raccogliere esperienze, bisogni e segnalazioni provenienti da tutti i lavoratori, senza eccezioni, e per dare finalmente una risposta concreta alle criticità emerse”. Ogni lavoratore dovrebbe essere messo nelle condizioni di lavorare in totale sicurezza, specialmente in quei settori dove i rischi sono più alti. “È diventato ormai sempre più necessario ed urgente che le istituzioni politiche, ossia governo ed enti locali – sottolineano Santini e Lami -, mettano in campo azioni concrete per prevenire incidenti e morti sul lavoro, lavorando in sinergia con imprese e sindacati, affinché a tutte le lavoratrici e lavoratori siano dati i mezzi per poter svolgere le loro mansioni in totale sicurezza e incolumità”. Altra questione che coinvolge lo stabilimento Solvay è quella ambientale. In passato erano stati presentati due esposti per “verificare le vere performance”. L’ex parlamentare livornese Francesco Berti ricordava che “dal 2007 la multinazionale belga aveva ricevuto 104,5 milioni di euro di fondi pubblici per ridurre l’ impatto ambientale, anche se fino al 2021 non si erano osservati miglioramenti”. L’azienda informò di avere adottato misure idonee per migliorare l’impatto ambientale. Adesso resta aperta la questione della sicurezza per i lavoratori.
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