Economia

Accise diesel, romba la polemica di autotrasporto e benzinai

di Giovanni Vasso -

A man refuels his car at a gas station in Rome, Italy, 13 March 2022. Gasoline prices are at an unprecedented level, in part because of the increase in the price of crude oil due to the war in Ukraine ANSA/MASSIMO PERCOSSI


Rombano i motori della polemica, s’alzano i giri del dissenso: spunta l’ipotesi di un adeguamento (leggi aumento) delle accise diesel e insorgono, dopo i consumatori, anche gli autotrasportatori. La manovra, che prevedrà “sacrifici per tutti” (copyright ministro Giorgetti) già fa preoccupare il settore della logistica su gomma. Che alza la voce e chiede al governo di pensarci bene prima di procedere all’aumento delle accise sul diesel e al congelamento degli sconti: “Per il settore dell’autotrasporto – tuona il segretario generale di Assotir Claudio Donati -, lo stop allo sconto sulle accise del gasolio si traduce in una stangata da oltre 350 milioni di euro l’anno”. Una stangata che si rifletterebbe, alla velocità della luce, sui prezzi dei beni al consumo. Allo stato attuale, le ipotesi e le analisi della proposta che è spuntata all’interno del piano strutturale di bilancio parla di un adeguamento che farebbe aumentare il costo del diesel, per il tramite delle accise “aggiornate” a quelle applicate sulla benzina, di ben undici centesimi al litro. “Sarebbe un salasso ingiustificato, del tutto iniquo – prosegue Donati – ma oltretutto non possiamo fare a meno di ricordare che alla vigilia elettorale le forze dell’attuale maggioranza avevano addirittura promesso di ridurre il costo delle accise. Forse anche questo governo è pronto a cedere alle folgorazioni ambientaliste, quando tornano utili a fare cassa”. E quindi l’appello: “Per questo diventa ancora più urgente riprendere il confronto con il ministro Salvini, sia in quanto ministro dei Trasporti, sia in quanto vicepremier”.
Accanto agli autotrasportatori si schierano anche i benzinai. La Faib Confesercenti denuncia: “Un aumento delle accise sul gasolio, mirato ad equipararle a quelle già gravanti sulla benzina, diventerebbe una vera e propria stangata per famiglie e imprese. L’imposizione fiscale sui carburanti nel nostro Paese è già tra le più alte d’Europa, e andrebbe ridotta, non aumentata”. La Faib avverte l’esecutivo sugli effetti che l’applicazione dell’adeguamento potrebbe avere sull’economia nazionale: “Genererebbe un trascinamento anche sui costi di trasporto delle merci, con un effetto a cascata sui prezzi finali dei prodotti. In caso di rialzi della materia prima, ci potremmo trovare di fronte ad aumenti drammatici, come purtroppo ciclicamente accade”. La proposta dei benzinai è un’altra: “Si valuti l’ipotesi di introdurre un’accisa mobile, ovvero un meccanismo che consenta di impiegare il maggior gettito Iva legato agli aumenti dei prezzi dei carburanti, per ridurre in modo dinamico le accise. Una misura di equità che andrebbe a vantaggio di imprese e consumatori, perché permetterebbe di trattenere l’inflazione generata dal caro-carburanti e di spalmare i benefici della riduzione dei prezzi alla pompa su più fronti”.
Mentre impazza la polemica politica, con il tiro di lanci d’agenzia incrociati, gli autotrasportatori chiedono a tutti, partiti e istituzioni, di avere più rispetto e considerazione per il loro settore, centrale per l’economia nazionale. E di lavorare alla risoluzione dei problemi che lo affliggono: “L’autotrasporto viene considerato come un settore da spremere ogni volta che se ne presenta l’esigenza. È una triste coincidenza il fatto che moltissimi addetti del settore, in queste settimane, stiano ricevendo gli ordini di pagamento del contributo all’Autorità di Regolazione dei Trasporti relativo al 2024, nonostante l’autotrasporto sia stato escluso da tale obbligo, con un’apposita norma approvata lo scorso anno”, afferma Anna Vita Manigrasso, presidente Assotir: “Dobbiamo evitare trappole diversive. L’emergenza di turno (la pandemia, la recessione economica, o il caro-gasolio che sia), non deve impedire di affrontare la questione delle regole nuove necessarie per dare un futuro al settore. La priorità in particolare è la subvezione, ovvero quel fenomeno di intermediazione parassitaria che oggi fa prosperare tante società di Trasportatori senza camion”.
La mazzata, però, non sarebbe solo per loro. Assoutenti, organizzazione che difende gli interessi dei consumatori, ha stimato che dall’eventuale adeguamento delle accise sul diesel verrebbe fuori “una stangata” per imprese e famiglie “da 3,1 miliardi” di euro.


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