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Mazzette del 10% su appalti Anas, 9 indagati: perquisizioni in tutta Italia

di Angelo Vitale -


Corruzione e turbativa d’asta in Anas: questo il presupposto di una nuova inchiesta della Procura della Repubblica di Milano sull’azienda che gestisce le infrastrutture stradali del nostro Paese, dal 2018 trasferita dal ministero dell’Economia e delle Finanze al Gruppo Ferrovie dello Stato e vigilata dal ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti.

Alcune sedi dell’Anas, tra cui quelle di Milano e Roma – Repubblica scrive anche di quelle di Firenze, Verona e Torino – sono al centro di una perquisizione in corso in queste ore da parte del Nucleo di polizia economico finanziaria della Guardia di Finanza di Milano.

I reati ipotizzati nell’inchiesta dell’aggiunto Tiziana Siciliano e dei pm Giovanni Polizzi e Giovanna Cavalleri sono pesanti e ipotizzano mazzette sulle opere stradali: corruzione, turbativa d’asta e rivelazione e utilizzazione di segreto d’ufficio.

Nelle perquisizioni e acquisizioni documentali sono coinvolti manager e funzionari (risultano nove indagati) e alcune, società Anas-Struttura territoriale Lombardia e Consorzio Stabile Sis a Torino.

Le ultime opere Anas a gara, secondo il sito web dell’azienda guidata dal generale Edoardo Valente e Aldo Isi, sono per bandi resi noti nel febbraio dell’anno scorso. Sette bandi di gara per un valore di 1,4 miliardi che si sommavano agli investimenti di 1,7 miliardi del dicembre precedente. I bandi riguardavano interventi per il potenziamento della rete anche con nuove tecnologie per innalzare gli standard di sicurezza, migliorare l’efficienza e il comfort di guida. Per il Mit guidato da Matteo Salvini, “un altro passo avanti verso lo sblocco e la velocizzazione di opere pubbliche, da Nord a Sud”. Tra queste opere, i primi due stralci dei lavori della Pedemontana Piemontese per il collegamento tra l’A4 (Torino – Milano), nel tratto lungo le località di Santhià, Biella e Gattinara, e l’A26 (Genova Voltri – Gravellona), in località Ghemme, per un importo complessivo di 302,8 milioni di euro.

Secondo un’indiscrezione, l’indagine della Procura di Milano vede al centro appalti per 400 milioni di euro e presunte tangenti “per 300-400 mila euro”, il 10% dell’importo a gara.


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