Attualità

Ecco il chroming, la nuova challenge (mortale) sui social

di Cristiana Flaminio -

La produzione dei pennarelli nello stabilimento Carioca ha visto un aumento dei costi cinque volte superiore all'anno scorso. Settimo Torinese, Torino, 1 settembre 2022 ANSA/JESSICA PASQUALON


Dopo la Sex Roulette ecco il chroming. Arriva la nuova pericolosissima challenge che spopola sui social e che già è costata la vita ad almeno tre ragazzini in giro per il mondo. Si tratta di una sfida a inalare fumi tossici da articoli di uso comune, roba che si trova facilmente in casa come gli smalti per le unghie e i pennarelli indelebili. L’obiettivo di questa challenge sarebbe quello di procurarsi un breve stato di euforia e di “resistere” ai giramenti di testa e agli effetti che l’inalazione di sostanze tossiche provoca al corpo umano. La denuncia è arrivata dai pediatri americani. Uno studio  del Cohen’s Children’s Medical Center, presentato proprio in occasione della conferenza annuale dell’American Academy of Pediatrics, ha rivelato che alla base di questo fenomeno c’erano proprio alcuni video pubblicati su TikTok. Per la precisione, si tratta di 109 filmati brevi che, complessivamente, avrebbero ottenuto un’audience pari a 25 milioni di visitatori. La sfida del chroming ha già mietuto vittime. Tra di loro c’è la giovanissima studentessa australiana Esra Haynes, deceduta nel marzo del 2023 dopo aver partecipato alla challenge durante un pigiama party. Dopo di lei ci sarebbero state almeno altre due vittime, una in Irlanda e l’altra negli Stati Uniti. Secondo i pediatri che hanno visionato i video, l’oggetto più utilizzato per la sfida social sarebbe stato il pennarello indelebile, seguito da prodotti antipolvere di vario tipo, smalto per le unghie, deodoranti spray, lacca per capelli e addirittura diluenti per vernici e benzina. Tutte sostanze che, se inalate, possono risultare nocive se non addirittura mortali. E che, di sicuro, possono finire per creare dipendenze. “L’aspetto più preoccupante – – ha affermato Keerthi Krishna, tra gli autori dello studio – riguarda la tipologia di oggetti usati dagli influencer, tutti facilmente accessibili ai ragazzi, il che rende più complicato individuare il comportamento dannoso, incrementando il rischio di un uso ripetuto e dello sviluppo di una dipendenza”.


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