Esteri

Teheran disposta a fermarsi ma Israele è pronta alla rappresaglia

di Giuseppe Ariola -


Una rappresaglia significativa per rispondere a Teheran e al massiccio attacco missilistico lanciato su Israele. Sembra essere questa la linea scelta dal governo di Tel Aviv che potrebbe prendere di mira gli impianti di produzione di petrolio all’interno dell’Iran e altri siti strategici. Diversi funzionari israeliani hanno confermato essere questi gli obiettivi, anche se altri avanzano invece la possibilità di omicidi mirati o dell’eliminazione dei sistemi di difesa aerea iraniani. Una strategia che avrebbe probabilmente conseguenze ancora più drastiche nell’escalation che si sta registrando in Medioriente. Da Teheran, dove l’attacco missilistico di ieri è stato salutato con favore dalla popolazione, si attende comunque una qualche reazione di Israele, tanto che i voli in tutto l’Iran sono stati cancellati fino alle prime ore dell’alba di domani. Per il ministro degli Esteri iraniano, Seyyed Abbas Araghchi, la situazione non si stabilizzerà prima di un paio di giorni, anche se è fiducioso che ciò accada. Dall’Iran è stato infatti veicolato un massaggio agli Stati Uniti attraverso la Svezia nel quale da Teheran si spiega che l’attacco sulle città israeliane è avvenuto nel pieno diritto all’autodifesa, come a sottolineare che la questione può ritenersi conclusa così, salvo reazioni da parte di Israele. Nel messaggio indirizzato a Washington si avvisano, inoltre, gli Usa di farsi da parte e di non intervenire nel conflitto. Come è noto, le forze americane hanno contribuito a intercettare parte dei missili balistici iraniani lanciati ieri su Israele, ma l’avvertimento di Teheran è relativo a una più che eventuale prosecuzione del conflitto che potrebbe vedere gli Stati Uniti impegnati in prima linea anche con i propri mezzi militari offensivi e non solamente con quelli difensivi.


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