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di Redazione -


Sale: Alessandro Giuli. Auguri al ministro della Cultura Alessandro Giuli che, ieri mattina, ha ottenuto trenta all’ultimo esame che gli mancava. Adesso il traguardo della laurea è finalmente vicino. Auguri ai contestatori che sono rimasti lì a latrare scemità mentre il ministro se n’era già andato da mo’. Che carini, se il Wwf fosse un’organizzazione seria prenderebbe a tutelarli meglio dei panda. Auguri all’opposizione che più piccoloborghese non si può e che ha perso un altro argomento (scemo) per fare polemica sul nulla (la laurea in Italia, per quel che vale). Che carini anche loro: se il Wwf fosse un’organizzazione seria prenderebbe a tutelare i loro sette elettori elettori rimasti meglio dei panda.

Stabile: Fedez. Poi dite che non è vero. Il bad boys all’italiana, faccia da bambino delle barrette Kinder ma frequentazioni borderline. Non è indagato, sia chiaro. Però con quelli che sono finiti nelle patrie casematte, il buon ex marito della signora Ferragni, così bacchettone quando dall’alto del trespolo digitale straparla di etica e moralità ci faceva affari. E sta bene. Ma il guaio è che il rapper ha visto un altro amico finire al gabbio nell’inchiesta milanese sugli affari degli ultrà di Milan e Inter, quello che gli guardava le spalle, che avrebbe aggredito il signor Iovino Cristian, professione personal trainer, dopo una discussione in disco. E adesso, senza l’apporto morale, etico ed estetico dell’amico, senza il suo presunto picchiatore come farà a vincere la querelle filosofico-letteraria con Tony Effe che tiene l’Italia in ansia?

Scende: Marco Travaglio. Parce sepulto, insegna Virgilio. Il confine tra civiltà e arbitrio è il rispetto dei morti e la cessazione, con l’obitus, di ogni ostilità. Ma in Italia la polemica anti Silvio, ora finito su un francobollo commemorativo, più che un genere letterario è un problema di duplice e drammatica natura sospesa tra lo psichico e l’economico basico.

*di Simone Donati


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