Attualità

Inter e Milan: il tifo delle curve piegato alla mala

di Ivano Tolettini -


La ’ndrangheta si era infiltrata nella curva dell’Inter, che faceva affari con quella del Milan, spartendosi la gestione dei biglietti, dei parcheggi, della vendita di bibite e gadget. Non solo, sollecitavano favori all’allenatore dell’Inter, Simone Inzaghi, che rispose: “Chiedo a Zanetti e Marotta”. Gli ultrà avrebbero intimidito anche il giocatore Skriniar, che cambiò aria. Lo sostengono i Pm Paolo Storari e Sara Ombra, coordinati dal Procuratore capo di Milano Marcello Viola e da quello nazionale antimafia Giovanni Melillo, che hanno disarticolato il patto criminale tra tifoserie. Un accordo fuorilegge per incanalare i proventi del pizzo e orientare con le risse il volere anche delle società.

A meno di un mese dall’assassinio del capo ultrà interista Antonio Bellocco, la Polizia e la Guardia di Finanza di Milano hanno arrestato 19 persone: 16 in carcere su ordine di custodia, accusate a vario titolo di associazione per delinquere (per i nerazzurri aggravata dal metodo mafioso) estorsione, lesioni ed altro, e altre 3, tra cui una donna, ai domiciliari. In cella sono finiti ad eccezione del capo ultrà Antonio Bellocco, detto Totò, ucciso in un regolamento di conti il 4 settembre altrimenti sarebbe stato colpito dall’ordinanza, Andrea Beretta, Riccardo Bonissi, Renato Bosetti, Giuseppe Caminiti, Fabiano Capuzzo, Gianfranco Ferdico, Marco Ferdico, Islam Hagag, Francesco Intagliata, Francesco e Luca Lucci, Mauro Nepi, Matteo Norrito conosaciuto come Chuk, Luciano Romano detto Ciano, Cristian Rosiello e Alessandro Sticco soprannominato Shreck. Sono invece ristretti ai domiciliari l’imprenditore Gherardo Zaccagni, che gestisce i parcheggi di San Siro e che si sarebbe giovato della collaborazione-protezione di Giuseppe Caminiti, ritenuto legato al boss della ‘ndrangheta Giuseppe Calabrò alias ‘U Dutturicchiu; Debora Turiello e Cristian Ferrario. I Pm affermano che “la passione per il calcio era stata piegata al guadagno” e l’inchiesta della Dia metterebbe in luce il patto tra i vertici delle opposte tifoserie per gestire il business redditizio del Meazza.

Interessi tra Inter e Milan – Tra interisti e milanisti, scrive il gip, c’era una convergenza di interessi, tanto che per motivare le esigenze cautelari per Beretta scrive che “non esitò a scendere a compromessi con Luca Lucci (capo ultrà milanista, ndr) per la gestione dei comuni interessi economici o per la composizione di potenziali momenti di dissidio, nel contesto del vigente patto di non belligeranza. Le entrate economiche, per sua stessa ammissione, appaiono il solo orizzonte che lo interessa e, non a caso, determinano le plurime condotte estorsive”. Lucci in più occasioni avrebbe incontrato il ministro Matteo Salvini, che ha dichiarato: “Vado a San Siro da quando ho 5 anni e se qualcuno usa lo stadio per interessi suoi con puzza di mafia, camorra e ‘ndrangheta, va isolato, beccato e allontanato. La violenza e la mafia devono stare fuori dagli stadi”. Gli investigatori hanno fotografato assieme e intercettato i capi delle tue tifoserie, anche prima del delitto del rampollo della ’ndrangheta Bellocco il 4 settembre per mano di Andrea Beretta a Cernusco sul Naviglio. Tra gli episodi incriminati la gestione dei biglietti della finale di Champions a Instanbul nel 2023 tra l’Inter e il City. Polizia e Finanza hanno intercettato le pressioni di Ferdico sull’allenatore dell’Inter, Simone Inzaghi, cui fu chiesto di convincere il club amministrato da Marotta di fornire più degli 800 biglietti pattuiti, tant’è che alla fine saranno 1.500.

Il regista del presunto accordo illecito tra curva Sud e curva Nord sarebbe stato Lucci. Antonio Bellocco era salito al vertice della curva interista dopo un altro omicidio, quello di Vittorio Boiocchi il 29 ottobre 2022, ancora insoluto. Un intreccio, dunque, di soldi, passione e criminalità con al vertice Bellocco, Beretta e Ferdico per “coordinare tutte le attività, illecite e lecite, della curva Nord nonché di programmare gli scontri con le forze dell’ordine e delle tifoserie avversarie”. Bellocco come ’ndranghetista avrebbe spalleggiato Ferdico e Beretta per orientare il tifo organizzato interista sotto un’unica regia, “sopprimendo” gli altri gruppi di tifosi per garantirsi i guadagni illeciti dello stadio. Come il merchandising del negozio “We are” diretto da Beretta: fruttava fino a 600 mila euro l’anno. Poiché le attività economiche connesse alle curve sarebbero fuori da ogni controllo di legalità, per i Pm Storari e Ombra le società Inter e Milan “devono dimostrare di aver chiuso i legami” con gli ultrà altrimenti rischiano l’amministrazione giudiziaria.


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