IN GIUSTIZIA – Il caso Durov e il nuovo Regolamento Ue sull’IA
Pavel Durov, il fondatore di Telegram, è stato arrestato sabato 25 agosto, rilasciato dopo qualche giorno dietro il pagamento di una cauzione di 5 milioni di euro ed è attualmente in attesa di giudizio. In un post sulla sua piattaforma il 23 settembre u.s. ha spiegato che la particolare funzionalità dell’app è stata abusata da persone che hanno violato i Termini di servizio per vendere beni illegali. La piattaforma Telegram si basa su una tecnologia Blockchain denominata TON e su un’altra piattaforma che si chiama Fragment che ha venduto fin adesso 120 milioni di dollari in risorse digitali attraverso aste on line, utilizzando il sistema Web 3.0. Secondo un rapporto del New York Times, Telegram ha offerto la possibilità di comunicazione indisturbata anche a terroristi, pedofili oltreché a dissidenti perseguitati illegalmente.
La capacità dell’app di creare gruppi fino a 200.000 membri (contro i 1.000 di WhatsApp) ha contribuito a renderla appetibile per attività illecite per le quali è molto difficile accertare le responsabilità anche perché, e questa è l’accusa principale, non c’è mai stata un’autentica collaborazione con le autorità di nessun paese. Nel post citato, Durov ha chiarito che gli indirizzi IP e i numeri di telefono di coloro che violano le regole di Telegram possono essere divulgati alle autorità competenti in risposta a richieste legali valide. Si potrebbe ipotizzare, e sulla rete se ne parla, che ci sia in vista un accordo tra il miliardario e la Procura di Parigi che potrebbe liberarlo definitivamente dietro il pagamento di una sanzione in denaro. Il punto è, nella prospettiva del giurista, caratterizzante questa rubrica, come, dopo aver risolto la questione penale e personale di Pavel Durov, la sua app si uniformerà al nuovo AI ACT (Regolamento n. 1689/2024), che punta a creare un mercato unico europeo per l’IA. Lo stesso Durov ha annunciato che i
moderatori stanno utilizzando l’intelligenza artificiale per identificare e rimuovere contenuti problematici dalla funzione di ricerca, modificare l’approccio alla moderazione delle chat private e disabilitare alcune funzionalità “utilizzate in modo improprio”. Il nuovo regolamento UE, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione europea il 12 luglio 2024 (1689/2024), avrà presumibilmente un impatto significativo sull’app di Telegram e potrebbe essere particolarmente utile se funzionasse un modello di IA che sapesse individuare e cancellare i contenuti illeciti come affermato dallo stesso Durov, almeno da quanto risulta dal web.
Il considerando 28 del regolamento avverte che l’IA presenta, accanto a molti utilizzi benefici, la possibilità di essere utilizzata impropriamente e di fornire strumenti nuovi e potenti per pratiche di manipolazione, sfruttamento e controllo sociale e conseguentemente dispone che siano vietate poiché contrarie ai valori dell’Unione relativi al rispetto della dignità umana, alla libertà, all’uguaglianza, alla democrazia e allo Stato di diritto e ai diritti fondamentali sanciti dalla Carta, compresi il diritto alla non discriminazione, alla protezione dei dati e alla vita privata e i diritti dei minori. Difficile che nell’accordo che stiamo ipotizzando ci sia posto invece per alcuni altri utilizzi particolarmente virtuosi dell’IA come l’identificazione biometrica di persone per perseguire un interesse pubblico rilevante, la cui importanza prevale sui rischi. Si tratta di situazioni, previste dal regolamento, che comprendono la ricerca di determinate vittime di reato, comprese le persone scomparse, l’individuazione di minacce per la vita o l’incolumità fisica delle persone o un attacco terroristico nonché la localizzazione o l’identificazione degli autori o dei sospettati di reati di una certa gravità. Tali contenuti sembrerebbero andare molto oltre le proposte di più collaborazione avanzate su Telegram da Pavel Durov.
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