Politica

Rackete toglie i fiori dai cannoni: “Sì alle armi contro le dittature”

di Cristiana Flaminio -

epa11483365 German conservation ecologist, captain, activist and MEP Carola Rackete (C) attends a voting session as part of the plenary session at the European Parliament in Strasbourg, France, 17 July 2024. The first session of the new European Parliament opened on 16 July, with MEPs due to elect their president and vice-presidents for the next two and a half years. Roberta Metsola was re-elected as President of the European Parliament until 2027, with 562 votes in the first round. The EU Parliament's session runs from 16 until 19 July 2024. EPA/RONALD WITTEK


Per Carola Rackete è giusto permettere all’Ucraina di colpire la Russia con le armi mandate dall’Occidente perché “chi è di sinistra sta con gli oppressi”. L’eurodeputata della Linke ha difeso le sue posizioni sui missili a Kiev in un’intervista rilasciata a La Stampa. Lei, insieme ai colleghi della sinistra radicale dell’Europa del Nord, ha votato sì alla risoluzione Ue per consentire all’Ucraina di colpire, con le armi inviate dai Paesi membri, obiettivi sul territorio della Federazione russa. Una posizione che ha spaccato il gruppo “rosso” a Strasburgo dal momento che gli esponenti francesi e italiani (tra cui Mimmo Lucano e Ilaria Salis) hanno opposto un netto “no” all’ipotesi contenuta nel documento poi approvato dall’europarlamento. Carola Rackete, invece, ha un’idea differente del pacifismo e dell’opportunità rispetto ai colleghi italiani e la spiega: “Non c’è pace senza giustizia. Se smettiamo di fornirle le armi, a un certo punto l’Ucraina non potrà più difendersi e finirà per essere occupata dalla Russia. Milioni di persone saranno costrette a fuggire e milioni di persone si ritroveranno a vivere sotto una dittatura”. Eccola, la parola chiave: dittatura. Per l’ex capitana della Sea Watch 3: “Essere di sinistra vuol dire essere solidali con i popoli oppressi ed essere contro le dittature, che si tratti di Russia, Venezuela o Siria. Bisogna stare con questi popoli e ascoltare le loro esigenze. Io l’ho fatto con gli ucraini, con i movimenti progressisti del Paese: sono loro a dirci quanto sia importante ricevere le armi per difendersi. Per questo ho votato a favore della risoluzione”. E non è tutto: “Chi dice stop alle armi per arrivare alla pace, non cerca la giustizia. Anche io voglio la pace, anche gli ucraini vogliono la pace: non sono stati loro a chiedere di essere invasi. Ma serve una pace giusta. E la precondizione per la pace è che Putin ritiri le sue truppe dal territorio ucraino”. Insomma, Carola Rackete aggiorna, o ambisce a farlo, l’immaginario della sinistra, vieppiù quella radicale e imbraccia le armi. Togliete i fiori dai vostri cannoni.


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