Politica

Tra i parlamentari azzurri scetticismo sullo ius scholae

di Lino Sasso -


Ferma contrarietà al referendum sulla cittadinanza e a ogni ipotesi di ius soli, ma avanti con la proposta di legge sullo ius scholae. È questa sostanzialmente la linea che emerge dalla riunione congiunta dei gruppi parlamentari azzurri a Montecitorio e Palazzo Madama che si è svolta ieri presso la Sala Colletti della Camera. Una posizione che dal partito si tenta di far passare come unanime, ma che in realtà lascia quantomeno dubbiosi diversi parlamentari. L’idea di alimentare ulteriormente le frizioni che la questione ha già provocato con gli altri partiti di maggioranza certamente non entusiasma, tanto più se il casus belli è scatenato da un tema caro alla sinistra. Perché accettare di fare dei passi indietro su battaglie identitarie, come accaduto già più volte negli ultimi due anni di governo, per poi rischiare di provocare uno scontro con gli alleati su un tema che neanche all’interno del partito è avvertito come prioritario? È questa la domanda che si pongono molti esponenti azzurri rievocando lo stop improvviso e non annunciato al Superbonus – dinanzi al quale, in nome dell’unità della coalizione e della maggioranza, Forza Italia ha evitato di alzare le barricate, come in molti avrebbero invece voluto fare – o i bocconi amari ingoiati a fatica su alcune misure relative alla giustizia, un settore da sempre particolarmente caro ai forzisti. E a poco sono valse le rassicurazioni relative al fatto che prima di essere ufficialmente presentato il testo della proposta sarà condiviso con gli alleati, la cui posizione, oltretutto è ben nota, soprattutto quella della Lega. Non a caso Matteo Salvini, proprio a ridosso dell’inizio della riunione dei gruppi di Forza Italia ha ribadito a chiare lettere che l’attuale “normativa sulla concessione della cittadinanza va bene così com’è, non c’è alcuna necessità di cambiarla. Rischia di essere un altro fattore di attrazione per flussi di migranti clandestini”. Una posizione che il Carroccio tiene praticamente fin da quando, in pieno agosto, Antonio Tajani ha lanciato l’idea dello ius scholae e che è stata ribadita a più riprese e con sempre eguale durezza da altri esponenti leghisti. Infine, più di un parlamentare azzurro, oltre a confermare i dubbi di merito emersi nel corso della riunione, si domanda ancora da dove sia uscita fuori questa proposta, ponendo una questione di metodo. Come ha dichiarato la vicepresidente del Senato Licia Ronzulli al termine dell’incontro “alcune cose prima di essere annunciate vanno discusse”.


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