Auto, la Germania gela Urso: “Il ban al termico nel 2035 non si tocca”
Tutto va a catafascio ma la Germania non ha la minima intenzione di “mettere in discussione” il ban al motore termico entro il 2035. Mentre i dati fanno paura, mentre un intero settore, quello dell’automotive (forse l’ultimo comparto in cui il Vecchio Continente può ancora dire la sua su scala mondiale), Berlino ingrana la quinta verso il baratro. A gelare Urso e l’industria europea sul ban al motore termico (e sui biocarburanti) è il sottosegretario all’Economia e all’Azione per il Clima della Germania, herr Sven Giegold, naturalmente “targato” Gruenen, Verdi. Che bacchetta l’Italia: “Abbiamo visto gli articoli di stampa dall’Italia, ma anche dalla Germania ma c’è un malinteso che vorrei chiarire: la Germania non vuole indebolire le regole sul clima che fanno parte del regolamento”. Green deal, paletti ideologici e ban al motore termico non si toccano. E se l’Europa crollerà, peggio per lei: “Per noi – puntualizza Giegold – gli obiettivi climatici sono fondamentali: vediamo già nel mercato automobilistico il grande pericolo che i costruttori europei vengano messi fuori gioco da auto elettriche prodotte altrove, quindi chiaramente non è il nostro obiettivo mettere in discussione la messa fuori mercato del motore a scoppio al 2035”. Le stoccate, all’Italia, non finiscono mica qui: “Non chiediamo nuovi biocarburanti che, se si fanno bene i calcoli, non sono climaticamente neutrali: producono gas serra dal suolo”. E poi, quello che Giegold non dice, le case automobilistiche tedesche hanno investito sugli efuels. “Quello di cui abbiamo bisogno è la neutralità tecnologica, sì, ma per soluzioni a emissioni zero anche per le auto”. E qui il tedesco rivela: “C’è una differenza: è prevista una revisione del regolamento, lo ha annunciato anche la presidente della Commissione, ma bisogna raccogliere i dati e tutto il resto”. Quindi il tentativo di derubricare le proposte italiane e di prendere le distanze dal ministro italiano all’industria Adolfo Urso: “Abbiamo avuto un colloquio amichevole con il ministro Adolfo Urso, ma non è lo stesso spirito: noi non prendiamo di mira l’obiettivo al 2035. Né il mio ministro Robert Habeck né nessun altro ha chiesto una sospensione degli obiettivi. Questo non è mai stato detto in Germania: sull’Italia non commento”.
Torna alle notizie in home