Attualità

I genitori di Yara contro la serie Netflix: “Diffusi i nostri pianti”

di Flavia Romani -


I genitori di Yara Gambirasio attaccano la produzione della docuserie Netflix Il caso Yara, oltre ogni ragionevole dubbio. Il motivo si cela dietro all’utilizzo di materiale relativo alla famiglia che, fanno sapere, nulla ha a che vedere con l’indagine e quanto accaduto.

La serie, ha quindi scatenato polemiche e indignazione per l’uso di contenuti molto personali, legati al tragico caso di cronaca della giovane Yara Gambirasio, scomparsa a 13 anni nel novembre 2010 a Brembate di Sopra e ritrovata senza vita tre mesi dopo. Nella serie vengono trasmessi messaggi e intercettazioni audio della madre di Yara, Maura Panarese, tra cui un messaggio disperato lasciato in segreteria telefonica la sera della scomparsa. I legali della famiglia Gambirasio, Andrea Pezzotta ed Enrico Pelillo, hanno dichiarato di essere indignati per l’utilizzo di questi materiali privati, che non erano rilevanti per l’inchiesta e non erano mai stati usati nei processi.

Secondo i legali, la docuserie avrebbe violato la privacy dei genitori di Yara senza una reale necessità e senza ottenere alcuna autorizzazione da parte della famiglia. Gli avvocati hanno annunciato l’intenzione di presentare un esposto al garante della Privacy. In particolare, le intercettazioni e i pianti dei genitori, che non avevano valore per la ricostruzione giudiziaria, sono stati ritenuti un’intrusione non giustificata nella vita privata della famiglia.

Questo caso solleva questioni più ampie riguardo ai limiti etici e legali nella rappresentazione di fatti di cronaca nelle produzioni televisive, mettendo in discussione se si possa sacrificare il rispetto per la privacy e il dolore delle persone coinvolte per ottenere maggiori ascolti o successo commerciale.


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