Economia

“La transizione in Ue? Sarà un’involuzione, basta parole”

di Cristiana Flaminio -

CLAUDIO DESCALZI ENI


Transizione, anzi no: involuzione. “L’Europa non è pragmatica. Produce parole, regole e vincoli e se questa è la cultura dominante, la transizione energetica in Europa sarà un’involuzione”: no, non l’ha detto chissà quale tremendo sovranista ma Claudio Descalzi, amministratore delegato Eni. Descalzi è intervenuto ieri all’Italian Energy Summit organizzato dal Sole 24 Ore e ha tuonato contro l’ideologia di Bruxelles: “Se per la transizione energetica si continua a parlare di fare le cose, poi non vengono fatte, se si considera l’industria come un fardello e si fanno solamente i commercianti, non si va molto lontano”. Un esempio lampante è il destino dell’automotive su cui le sperimentazioni di Bruxelles stanno producendo esiti che definire allarmanti è ancora poco: “Forse non si è pronti”, dice Descalzi riferendosi all’obiettivo del ban ai motori termini: “Per definire una data bisogna fare un’analisi profonda delle conseguenze”, cosa che l’Ue del Green Deal, evidentemente, non ha ponderato al meglio. Dicendosi poi favorevole al rinvio del ban, il Ceo del Cane a Sei Zampe afferma: “Una data non vuol dire nulla, bisogna capire se abbiamo tutti gli strumenti per rispettare questi obiettivi altrimenti continueremo a rinviare”. Descalzi riporta il focus dell’attenzione sulla cosa che più conta e cioè la produttività: “Chiaro, bisogna passare dalle idee e dalle discussioni ai fatti, perché con le parole si fanno pochissimi soldi”. Cosa che l’Ue dovrebbe aver ormai imparato e che, di sicuro, hanno capito gli industriali che da tempo si lamentano dell’approccio ideologico green di Bruxelles.  


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