Economia

Orcel apre, Scholz si sfila: Unicredit-Commerz entra nel vivo

di Giovanni Vasso -

epa10493434 An exterior view of the German Commerzbank tower in Frankfurt am Main, Germany, 27 February 2023. Commerzbank AG will return into the group of 40 businesses listed in German Stock Market Index DAX on 27 February. The bank lost its rank in the DAX in autumn 2018 due to severe loss in their stocks value. The bank, that was one of the founding businesses of the DAX, can now return due to the withdrawal of the Linde company from trading at the Franfurt Stock exchange, the 'Deutsche Boerse Group' said on their website. EPA/RONALD WITTEK


Adesso si fa sul serio: è arrivato il momento di abbassare i toni. Unicredit promette che non chiederà posti nel Cda di Commerz bank, rassicura la Germania, riscopertasi ferocemente protezionista, di considerare l’avanzata nel capitale sociale della seconda banca tedesca solo un investimento come un altro. In cambio, il governo federale abbassa lo scudo statalista e ritorna liberale. Tutto risolto, dunque. Ma no, per niente. Almeno in teoria. Perché intanto i dirigenti dell’istituto di credito tedesco scavano le trincee in consiglio d’amministrazione e l’attuale Ceo Manfred Knof prepara le valigie. Al suo posto arriverà Bettina Orlopp, attualmente direttrice finanziaria di Commerzbank che non sembrava particolarmente entusiasta dell’arrivo di Orcel e soci in Germania. Tuttavia, adesso si fa sul serio. È arrivato il momento di abbassare i toni, di dimostrarsi aperti al dialogo e alle trattative, di simulare e dissimulare in attesa di piazzare la zampata vincente.

Il primo a gettare acqua sul fuoco delle polemiche roventissime sull’affare Unicredit-Commerz bank, ieri mattina, è stato il Ceo di piazza Gae Aulenti, Andrea Orcel. Che, approfittando della platea accorsa a un evento organizzato da Bank of America ha messo in chiaro qualche punto. Il primo: Unicredit non chiederà posti in consiglio d’amministrazione. Il secondo: l’ingresso in Commerz è un investimento. Il terzo: gli italiani sono pronti a ogni scenario e a dialogare con tutti nell’interesse loro e della banca in cui si apprestano a investire 3,5 miliardi di euro. Tre messaggi che sembrano avere un significato preciso. Andrea Orcel non punta a nessun ruolo da protagonista formale nella vita bancaria dell’istituto tedesco tuttavia richiama l’attenzione sul fatto che, allo stato attuale, un partner migliore – per una banca che fino a qualche anno fa aveva avuto bisogno dell’aiuto dello Stato per rimettersi in carreggiata – non lo troverà né in Germania né altrove. “Siamo un investitore e non credo che di solito gli investitori occupino posti nel Consiglio di amministrazione. Non credo sia opportuno avere posti: siamo un concorrente. Prima di parlare di Commerzbank – ha insistito Orcel -, credo sia importante capire quale sia il nostro focus ed evidenziare il contesto nel quale stiamo operando: negli ultimi tre anni e mezzo abbiamo trasformato la banca, siamo stati praticamente ossessionati nel lavorare su tutto ciò che poteva essere reso più efficiente e migliorabile. E, in effetti, la banca si è trasformata: venivamo da 14 trimestri di consistenti cali di fatturato, ora siamo in crescita, ora siamo la banca più efficiente in Europa, quella che genera più capitale e i nostri utili netti sono passati da 900 milioni a due miliardi a trimestre”.

Alle parole di Orcel è seguita la tregua offerta da Berlino. Sarà forse stata la rampogna arrivata da Bruxelles che, per una volta, s’è decisa a strigliare la Germania decisa com’è a difendere il progetto dell’unione bancaria. Sarà che insistere, almeno in pubblico, sulla battaglia nazionale per Commerzbank rischia di trasformarsi in un boomerang sullo scenario internazionale. Sarà che parte del governo (leggi Christian Lindner, ministro delle Finanze) è contrario a mantenere in mano pubblica le quote della banca. Sarà come sarà, Olaf Scholz ha mandato in avanscoperta il solito portavoce che ha sussurrato: “Noi non siamo attori, il governo detiene delle quote. Non spetta a noi un’ulteriore riflessione per evitare qualcosa (la scalata Unicredit ndr) e questo dipende adesso dagli attori del mercato dei capitali”. Insomma, palla in tribuna. A rimetterla in gioco saranno quelli di Commerzbank. Manfred Knof se ne andrà: aveva annunciato le dimissioni e il 30 settembre il suo addio sarà ufficiale. I dirigenti dell’istituto di credito lo sostituiranno con Bettina Orlopp: “Non ci sembrava il caso di far trattare con gli italiani un manager in uscita”. La partita, qui, è interna. Nessuno, come prevedibile, vuole lasciare i suoi ruoli di governo. Le rassicurazioni di Orcel sui posti in Cda sembrano aver funzionato, almeno per ora, almeno per un po’. Il presidente del comitato di vigilanza Jens Weidmann – che coloro che la sanno lunga danno per favorevole al matrimonio con Unicredit – ha ringraziato Knof liberandosi di uno dei nemici dell’accordo con Orcel. Restano i sindacati. Il braccio di ferro è iniziato. Adesso si fa sul serio. I microfoni saranno spenti, i lanci d’agenzia per un po’ dovranno tacere. La partita è cominciata.


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