Esteri

Hezbollah, nuovo raid di Israele

di Lino Sasso -


È stato identificato il corpo dell’alto comandante di Hezbollah Ibrahim Aqil, rimasto ucciso in seguito all’attacco aereo delle forze israeliane avvenuto ieri nel sobborgo di Dahiyeh, a Beirut. Su Aqil, conosciuto come Tahsin, pendeva una taglia di 7 milioni di dollari da parte degli Stati Uniti per il suo ruolo negli attentati del 1983 contro l’ambasciata americana e la caserma dei Marines a Beirut, e nella presa di ostaggi negli anni ’80. “Con onore e orgoglio, la resistenza islamica offre oggi uno dei suoi leader come martire sulla strada per Gerusalemme”, si legge nella dichiarazione di Hezbollah. Secondo quanto reso noto dal ministero della Salute libanese, ammonterebbe a 14 il numero di persone che sono rimaste uccise nel corso dell’ultimo raid operato dalle forze militari israeliane nella capitale libica, mentre il numero dei feriti è salito a 66. L’attacco, avvenuto con il lancio di quattro missili, avrebbe colpito un edificio residenziale a più piani nella parte meridionale della città, poi crollato fino al secondo livello del piano sotterraneo. Tra le vittime, oltre al comandante di alto rango di Hezbollah, ci sarebbero anche diversi alti dirigenti – oltre venti – delle forze d’e’lite Radwan appartenenti al gruppo terroristico. Gli Stati Uniti non sarebbero stati informati preventivamente dell’attacco, in base a quanto dichiarato da John Kirby del Consiglio per la sicurezza nazionale Usa, ma ritengono ancora possibile una soluzione diplomatica per ridurre le tensioni tra Israele e Hezbollah. Sul versante iraniano, invece, una nota il portavoce del ministero degli Esteri di Teheran Nasser Kanani dichiara che “il brutale e feroce attacco aereo del regime sionista su Beirut è una grave violazione del diritto e dei regolamenti internazionali, nonché una violazione della sovranità, nell’integrità territoriale e della sicurezza nazionale del Libano”. Dello stesso tenore la condanna della Siria che ha accusato di perpetuare “crimini continui nella regione”. Nel frattempo il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite si è riunito in sessione di emergenza per discutere della crisi scatenata in Libano dagli attacchi dinamitardi con i cercapersone e con i walkie talkie, ai quali è seguito il raid di Israele sulla periferia di Beirut. Il portavoce dell’Onu Stéphane Dujarric ha osservato che le Nazioni Unite sono “estremamente preoccupate per la crescente escalation di violenza lungo la Linea Blu” ritenendo che ormai “regione è sull’orlo del disastro”.


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