Esteri

Mai così vicini al conflitto con la Russia: a Strasburgo la spuntano i guerrafondai

di Ernesto Ferrante -


I falchi sono entrati in azione a Strasburgo e Tver, avvicinando pericolosamente l’Occidente alla guerra con la Russia. L’Europarlamento ha approvato con 377 voti a favore, 191 contrari e 51 astenuti, il paragrafo 8 della risoluzione sul sostegno all’Ucraina che “invita gli Stati membri a revocare immediatamente le restrizioni sull’uso delle armi occidentali consegnate all’Ucraina contro obiettivi militari legittimi sul territorio russo”.

Per gli eurodeputati con la mimetica sotto gli abiti griffati (al fronte però ci andranno gli altri, non loro) l’Ucraina deve essere in grado di colpire obiettivi militari legittimi in Russia. Nel documento (non vincolante e adottato con 425 voti a favore, 131 contrari e 63 astensioni), che include anche il paragrafo 8 su quest’ultimo punto, si afferma che, senza l’abolizione delle attuali restrizioni all’uso dei sistemi d’arma occidentali, “l’Ucraina non può esercitare pienamente il suo diritto all’autodifesa e rimane esposta ad attacchi contro la popolazione e le infrastrutture”.

Nel testo che ha ricevuto il via libera, si sottolinea che “le forniture insufficienti di munizioni e le restrizioni sul loro uso rischiano di annullare l’impatto degli sforzi compiuti finora e deplora la diminuzione del volume degli aiuti militari bilaterali all’Ucraina da parte dei Paesi dell’Ue”.

Non contenti, gli europarlamentari hanno anche sollecitato gli Stati membri a rispettare l’impegno assunto nel marzo 2023 di consegnare un milione di munizioni a Volodymyr Zelensky e ad accelerare la consegna al suo esercito di armi, sistemi di difesa aerea e munizioni, compresi i missili Taurus.

Non manca un passaggio sulla politica “di sanzioni Ue contro la Russia, la Bielorussia e i Paesi e le entità non appartenenti all’Ue che forniscono alla Russia tecnologie militari e a doppio uso”.

Gli italiani hanno votato essenzialmente contro la risoluzione del Parlamento Ue. Si sono registrate però divisioni nel Pd e in Forza Italia. Compattamente contrarie le delegazioni di Lega e Fratelli d’Italia e, a sinistra, Movimento 5 Stelle e Avs. Crepe nella maggioranza di Giorgia Meloni.

La seconda “sirena d’allarme” è risuonata a Tver, in Russia, in seguito all’attacco ucraino a un grande deposito di armi che ha causato un’esplosione talmente potente da essere rilevata dalle stazioni di monitoraggio dei terremoti.

Ukrinform ha riferito che è stato “distrutto un grande magazzino del dipartimento principale di missili e artiglieria del Ministero della Difesa russo, nell’insediamento di Toropets, nella regione di Tver: il sito è utilizzato per immagazzinare missili operativi-tattici Iskander, missili tattici Tochka-U, bombe aeree guidate KAB e munizioni d’artiglieria”.

L’operazione sarebbe stata effettuata con droni lanciati dal Servizio di sicurezza (SBU), dall’intelligence della difesa GUR e dalle Forze speciali ucraine. I droni ucraini che hanno colpito la struttura hanno provocato una serie di detonazioni massicce e un incendio che ha avvolto un’area di 6 km, mentre le autorità locali hanno annunciato l’evacuazione dei civili.

“Stiamo lavorando per allestire uno spettacolo simile in altre strutture militari russe che alimentano la guerra della Russia contro l’Ucraina”, ha detto una fonte alla testata.


Torna alle notizie in home