Attualità

Ecco perché è un bene pregare a Medjugorje

di Andrea Canali -


Come non ricordare cosa accadde nei lontani anni Ottanta in un luogo isolato, esattamente sulla collina del Podbrdo, situato nella frazione di Bijakovici – oggi in Bosnia ed Erzegovina -: alcuni adolescenti videro una figura femminile luminosa che riconoscono nella Vergine Maria. È esattamente il 24 giugno del 1981, ossia San Giovanni Battista.

Da allora, in questi più di quarant’anni, si sviluppa la storia di Medjugorje: in una terra poco ricca e austera, che all’epoca vedeva al comando il comunismo. Definito il contesto, i sei giovani ragazzi parlano delle apparizioni di Maria che si presenterebbe come “Regina della Pace”. Quindi, nello specifico, il messaggio è fondamentalmente un invito alla riconciliazione e alla conversione. Con il passare del tempo, questa sperduta località dei Balcani diventa sempre più nota nel mondo, con milioni di pellegrini che ogni anno vi si recano. Con lunghe file di persone per confessarsi e affollate adorazioni eucaristiche. Tante le storie di conversione che interessano anche persone famose, ad esempio del mondo dello spettacolo o dello sport. Quarant’anni, dunque, segnati da pellegrinaggi, messaggi, conversioni, riavvicinamento ai Sacramenti, stupore e anche interrogativi. E non può sfuggire allo sguardo che a Medjugorje inizi per alcuni, e riprenda per altri, una storia di fede con frutti che si sono manifestati nel cambiamento di vita.
Arriviamo così all’anno 2010, quando Benedetto XVI volle una Commissione internazionale d’inchiesta all’interno della Congregazione per la Dottrina della Fede, composta da 17 tra cardinali, vescovi, teologi ed esperti, sotto la presidenza del cardinale Camillo Ruini. I lavori durarono quattro anni dove, alla fine, una relazione conclusiva, mai pubblicata ufficialmente, fu consegnata a Papa Francesco.

In merito a Medjugorje, rispondendo a una domanda, sul volo di ritorno da Fatima nel maggio del 2017, il Papa ha ricordato che “tutte le apparizioni o le presunte tali appartengono alla sfera privata, non sono parte del Magistero pubblico ordinario della Chiesa”. Ha rammentato anche il lavoro della Commissione d’inchiesta distinguendo tre aspetti. “Sulle prime apparizioni, quando i cosiddetti veggenti erano ragazzi, il rapporto più o meno dice che si deve continuare a investigare. Circa le presunte apparizioni attuali, il rapporto ha i suoi dubbi” e “terzo – disse – l’essenza vera e propria del rapporto Ruini: il fatto spirituale, il fatto pastorale, gente che va lì e si converte, gente che incontra Dio, che cambia vita”.
Nel 2018 Francesco ha nominato l’arcivescovo polacco Henryk Hoser, Visitatore Apostolico a carattere speciale per la parrocchia di Medjugorje: un incarico esclusivamente pastorale, in continuità con la missione diciamo di inviato speciale della Santa Sede per la parrocchia di Medjugorje, affidata sempre a monsignor Hosler l’anno precedente e conclusa. “La missione del Visitatore Apostolico – spiegava la Sala Stampa vaticana – ha la finalità di assicurare un accompagnamento stabile e continuo della comunità parrocchiale di Medjugorje e dei fedeli che vi si recano in pellegrinaggio, le cui esigenze richiedono una peculiare attenzione”. Ulteriore segno di attenzione, ancora, l’anno successivo, nel 2019, quando Papa Francesco decide di autorizzare i pellegrinaggi a Medjugorje, che possono da quel momento in poi essere ufficialmente organizzati dalle diocesi e dalle parrocchie e non avverranno più soltanto in forma “privataˮ, come era prima. Sensibilità per chi si reca in questo luogo appare anche essere il messaggio che lo scorso anno Francesco ha inviato ai partecipanti al Festival dei giovani, che da 30 anni si svolge a Medjugorje, nel quale li ha esortati a “scoprire un altro modo di vivere, diverso da quello che offre la cultura del provvisorio”. Stare con il Signore, dice il Papa ai giovani, è infatti dare senso alla vita. Quello che emerge è che Medjugorje si è sempre più configurato come un luogo di aggregazione cristiana: luogo di incontro, luogo dove si vive la pietà mariana e luogo, per tante genti, negli anni, di ritorno al Signore.


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