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di Redazione -


Sale: Donald Trump. Re Mida, scansati proprio: Donald Trump ha scoperto il segreto nascosto degli antichi alchimisti: trasformare il piombo, che gli hanno scaricato addosso, in oro. “Sparano solo ai presidenti importanti”, ha detto il tycoon. Dando sostanzialmente del nulla cosmico non solo e non tanto all’evanescente Kamala Harris ma soprattutto all’anziano Biden, all’abbronzato Obama, al redento Bush e all’arrugginito Clinton. Tutti, beninteso, suoi nemici mortali. Sarà antipatico, sarà brutto, sarà vecchio ma una cosa è certa: lui sì che sa come si deve fare comunicazione politica.

Stabile: Oleksander Usyk. Lo strano caso del pugile che rischia di far litigare Polonia e Ucraina. Succede che il campione mondiale scende all’aeroporto di Cracovia e viene subito arrestato. La notizia piomba a Kiev, il governo si fa sentire e lo rilasciano: “Un malinteso”, si scusano frettolosamente da Varsavia. Ma Zelensky non s’è fatto passare la mosca al naso. E già prepara già i droni contro i nuovi cattivoni, preparando un attacco di profondità. Tanto non sarebbe manco la prima incursione in Europa. Remember quel gasdotto con la Germania esploso da solo?

Scende: Daniele De Rossi. Paga sempre l’allenatore. La squadra non lo segue, contesta il tecnico e allora la società, dopo essersi sprofondata in lodi per Ddr lo esonera di punto in bianco. I tifosi sono in lutto stretto. Un’altra bandiera romanista se ne va da Trigoria. Prima Totti, poi Bruno Conti messo sotto limitazioni, ora lui. Il problema, qui, non è solo il fatto che la squadra a quanto pare non lo sopportasse granché. Ma che i dirigenti messi lì dai signor Friedkin abbiano deciso di disfarsene. Il perché è facile indovinarlo. Ai capataz non piace chi gli può fare ombra. Il calcio non è dei manager. Ma gli americani, la greca e il francese fanno finta di non saperlo.

*di Simone Donati


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