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di Redazione -


Sale: Aurelio de Laurentiis. Ha ragione lui, Aurelio de Laurentiis. E ne ha da vendere. A differenza di quelli della Lega che, di vendere i diritti del calcio all’estero, non gli è riuscito proprio. Ha ragione lui. A differenza di quelli di Dazn. A differenza dei suoi colleghi che a fare gli imprenditori non ci pensano proprio. Lo dice da tempo: facciamoci un canale tutto nostro. Almeno proviamoci. Ma niente, quelli lì non ci sentono dall’orecchio della libera impresa. E preferiscono fare altro, scannarsi per i diritti pagati da altri che non sanno neanche bene cosa farsene. Se il calcio deve essere un business, lo si faccia bene.

Stabile: Sam Altman. Doveva spaccare il mondo, aprire la strada ai robot che avrebbero sottomesso gli uomini. Invece Strawberry, l’Ai che “ragiona” ha avuto una pensata meravigliosa: trasformare Open Ai da fondazione in società, con l’obiettivo di dominare il mercato digitale che tutto è tranne che concorrenziale. Che sagoma lo zio Sam.

Scende: Dan Friedkin. In quel tempo, Dan Friedkin venne a Trigoria e tutti si meravigliarono: ma che c’è venuto a fare? Ha confermato De Rossi, ha strigliato i manager per i casi Dybala e Zalewski, ha rosicato perché ci ha messo i soldi e la Roma non va da nessuna parte. Lui, invece, un’altra meta nel cuore ce l’ha: è l’Everton.

*di Simone Donati


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