Politica

Processo a Salvini e protesta della Lega contro i pm: cosa succede fino al 18 ottobre

di Rita Cavallaro -


Matteo Salvini raduna i leghisti in un consiglio federale sulla vicenda Open Arms: d’altronde, all’offensiva politica delle toghe rosse contro il ministro, accusato di essere un sequestratore e per il quale i pm hanno chiesto una condanna a sei anni, non resta che rispondere con una protesta di piazza, da mettere in scena già venerdì, alla prossima udienza del processo di Palermo, quando prenderanno la parola le parti civili, al fine di rafforzare la requisitoria della procuratrice Marzia Sabella, quella sorta di comizio contro la linea politica del governo Conte 1 e il decreto sicurezza bis, atto dell’allora esecutivo sulla base del quale era scaturita la strategia dei porti chiusi per spingere l’Europa alla redistribuzione dei migranti prima di farli sbarcare.

Ma per la Procura “l’illegittimità della privazione della libertà personale è testimoniata, anche indirettamente, dalle reazioni delle diverse autorità coinvolte nella vicenda le quali cercarono, ciascuna secondo l’ambito di propria competenza, di sollecitare l’interruzione di quella situazione antigiuridica proprio ad opera di chi l’aveva generata, e cioè il ministro dell’Interno. Così, la guardia costiera, così il presidente del Consiglio, così i ministri Trenta e Moavero, così il Tribunale per i minorenni e la relativa Procura della Repubblica, per non parlare degli accorati interventi del Garante dei diritti dei detenuti e del Garante dell’infanzia e dell’adolescenza”, si legge nella memoria depositata dai pm al processo. I quali hanno aggiunto che “la indubbia illegittima condotta dell’imputato ha dunque dato luogo all’altrettanto indubbia e illegittima privazione della libertà personale di 147 persone, inflitta in violazione di precise norme di rango primario, non giustificata dall’esistenza di norme giuridiche che la potessero disporre o consentire, ed anzi posta in essere da chi rivestiva una posizione di garanzia (propria delle condotte omissive) derivante dalla attribuzione di pubblici poteri”.

Dopo le parti civili, bisognerà attendere il 18 ottobre, quando tutti i parlamentari del partito si riuniranno davanti al Tribunale di Palermo a sostegno del loro leader, per poter ascoltare la difesa di Salvini: è infatti prevista per quella data l’arringa dell’avvocato del leader del Carroccio, Giulia Bongiorno, la quale punterà a smontare l’impianto accusatorio sull’assunto che Salvini ha rispettato il suo dovere di ministro di difendere i confini nazionali. Un dovere che, per l’accusa, vale meno rispetto al diritto di quei 147 migranti rimasti ostaggio della Open Arms per venti giorni per un braccio di ferro politico, ingaggiato dalla Ong che voleva a tutti i costi far sbarcare i clandestini in un Paese che da anni chiedeva provvedimenti per fermare gli sbarchi incontrollati. E non è un caso che ieri, nel consiglio federale del Carroccio che si è tenuto a Roma, l’unico punto all’ordine del giorno è stato: “Iniziative della Lega per difendere la Democrazia, il voto popolare e la sicurezza dei cittadini messi a rischio da una sinistra anti-italiana che usa i Tribunali per le sue vendette politiche”.

Iniziative, insomma, che preannunciano l’autunno caldo del partito di Salvini, il quale non solo rivendica con orgoglio gli atti per i quali rischia sei anni, ma annuncia: “Arrendermi? Mai. Io non mollo”. E mentre raggranella il sostegno dei suoi soci di governo, Giorgia Meloni e Antonio Tajani, ma anche dichiarazioni di solidarietà da Victor Orban – i Patriots, il gruppo dell’Europarlamento di cui fa parte la Lega, chiederanno un dibattito in aula – a Elon Musk prepara la partita politico-elettorale che culminerà con l’ultima tappa del processo, prevista entro la fine del prossimo mese con la pronuncia dei giudici, che dovranno decidere se condannarlo o assolverlo dalle accuse di sequestro di persona e rifiuto di atti di ufficio. A seconda della sentenza, per il vicepremier e attuale ministro dei Trasporti si apriranno due strade. Di fronte a una condanna, Salvini sarà costretto a impugnare la sentenza e fare ricorso in appello per poter dimostrare la propria innocenza in secondo grado. Se invece sarà assolto, la Procura potrà continuare ad accanirsi sul ministro, rivolgendosi alla Corte per un nuovo processo.


Torna alle notizie in home