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Il flop della ricarica elettrica alle colonnine: tariffe alte, impianti utilizzati solo 7 giorni all’anno

di Angelo Vitale -


Ricarica alle colonnine elettriche, un vero e proprio flop. Pieno alla spina, quanto mi costi: questa la generalizzata lamentela dei proprietari di auto elettriche, sempre più gravosa nel nostro Paese la ricarica, un’anomalia che è tutta italiana e che non è nuova. Cinque mesi fa, il grido di allarme di Federcarrozzieri che rilevava come, nonostante il crollo dei prezzi dell’energia sui mercati internazionali, ricaricare le auto elettriche è sempre qui da noi più costoso.

Lo conferma la community della mobilità elettrica in Italia, Vaielettrico, analizzando i dati e i numeri pubblicati in uno studio appena realizzato da Afry Management Consulting in collaborazione con Motus-E.

L’associazione della filiera dell’automotive elettrico guidata da Fabio Grossi aveva già indicato, all’inizio di questo mese, che il mercato italiano delle auto elettriche era rallentato ad agosto: nel mese scorso sono state immatricolate in Italia 2.410 vetture full electric, in calo del 40,6% rispetto ad agosto 2023, con una quota di mercato pari al 3,5% (dal 5,1% di agosto 2023).

E il mese prima aveva reso noto che al 30 giugno i punti di ricarica a uso pubblico installati nella penisola sono diventati 56.992, in crescita di 11.782 unità nei 12 mesi e di 6.314 unità dall’inizio dell’anno, con numeri che in due anni sono quasi raddoppiati, da 30.704 a 56.992 unità.

Ciò che non va, insieme ad un mercato stagnante, è la questione tariffe. “Ciò che paga il consumatore finale alla colonnina – scrive Vaielettrico – arriva agevolmente a bissare la media degli altri grandi Paesi europei”. Ma “la responsabilità non è del costo puro dell’energia, solo lievemente più alto. E nemmeno degli oneri di sistema, in varia misura presenti in tutti i Paesi”.

“L’anomalia italiana – spiega -, sta invece nelle altre due componenti del prezzo finale. Una tariffaria: gli oneri generali. L’altra industriale: vendite al lumicino in rapporto ai costi fissi per la gestione ordinaria e gli ammortamenti”.

Perché, e qui la tragicità finale della questione, l’Arera rivela che il tasso di utilizzo medio di ogni colonnina è sotto i 2 punti. Significa – traduce Vaielettrico – che “le colonnine italiane erogano elettricità mediamente per meno di 2 ore. In un intero anno ogni colonnina è occupata meno di 175 ore su 8.760. Se preferite 7,2 giorni su 365, o un giorno e rotti ogni due mesi”.


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