Esteri

Biden e Starmer ribadiscono il sostegno all’Ucraina: ancora armi a Kiev

di Claudia Mari -


Il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, e il primo ministro britannico, Keir Starmer, hanno riaffermato con decisione il loro sostegno all’Ucraina in un momento particolarmente delicato del conflitto con la Russia. L’annuncio è stato fatto dalla Casa Bianca, che ha reso noto l’esito dell’incontro tra i due leader tenutosi ieri, venerdì, durante il quale sono stati affrontati diversi temi di rilevanza internazionale.

Nel corso del colloquio, Biden e Starmer hanno espresso una “profonda preoccupazione” riguardo al crescente coinvolgimento di alcuni Stati nel conflitto, in particolare la fornitura di armi letali alla Russia da parte di Iran e Corea del Nord. Questa situazione, secondo i leader, rappresenta un grave rischio per la stabilità regionale e globale. Hanno inoltre manifestato serie preoccupazioni per il sostegno fornito dalla Cina alla base industriale russa, ritenendo che tale appoggio possa ulteriormente alimentare l’escalation del conflitto, complicando gli sforzi diplomatici per una risoluzione pacifica.

Per quanto concerne la crisi in Medio Oriente, Biden e Starmer hanno colto l’occasione per ribadire il loro “impegno incrollabile” nei confronti della sicurezza di Israele, sottolineando come la protezione dello Stato ebraico rappresenti una priorità nelle relazioni internazionali. Al tempo stesso, i due leader hanno evidenziato l’urgente necessità di raggiungere un accordo per il cessate il fuoco, che risulti essenziale non solo per la liberazione degli ostaggi detenuti, ma anche per consentire l’incremento dell’assistenza umanitaria a Gaza, dove la popolazione civile sta affrontando una crisi umanitaria senza precedenti.

Biden e Starmer hanno altresì messo in luce la “necessità che Israele faccia di più per proteggere i civili” coinvolti nel conflitto e affronti con maggiore serietà la drammatica situazione umanitaria a Gaza. Secondo i due leader, è fondamentale che Israele prenda misure concrete per minimizzare le perdite tra la popolazione civile e permetta un accesso più agevole agli aiuti umanitari, contribuendo in questo modo a una de-escalation della crisi nella regione.


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