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Usura: perché se ne parla così poco? (EP1)

di Valerio Savaiano -


Il mostro dell’usura è un argomento inspiegabilmente poco trattato. Non ha grandi spazi sui media mainstream, non ci sono importanti campagne per la sensibilizzazione, quasi nessuno è a conoscenza del fatto che esiste una procedura specifica per denunciare, strumenti per salvarti e persino per non arrivarci nemmeno a chiedere soldi “a strozzo”. Eppure è un problema presente e gravissimo che rovina intere famiglie, fa saltare posti di lavoro e porta a compiere azioni estreme di diverso genere, dal suicidio alla strage familiare.

Denunce in calo, ma il sommerso è preoccupante

Nel 2023 le denunce per usura sono state 124, in calo rispetto al quinquennio ‘19-‘23 e soprattutto in relazione al 2020, l’anno dei lockdown, quando le denunce erano 241. Ma le denunce per usura sono la punta dell’iceberg: secondo un dossier di Confcommercio “Più di un imprenditore su cinque ha avuto notizia di episodi di usura o estorsione nella propria zona di attività” e uno su dieci ne ha testimonianza diretta. Questo perché l’usura si denuncia solitamente solo come estrema ratio, quando non puoi più pagare e le minacce a te e ai tuoi cari si fanno concrete. Purtroppo la denuncia è una delle possibilità, in quel momento. Le altre sono soluzioni drammatiche che spesso coinvolgono l’intero nucleo familiare, nella paura (anche irrazionale, a volte) della vittima che quello che stanno facendo passare a lui lo farebbero passare al suo partner e ai figli.

Il legame tra usura ed estorsione

A braccetto con l’usura va l’estorsione. Diciamo che l’una è prodromica all’altra specialmente laddove ci sia difficoltà a ripagare il debito. Non essendo gli usurai degli enti ufficiali non hanno regolamentazione monitorata e mentre la banca, per quanto insistente e anche pesante nelle azioni (ne parleremo più avanti) si limiterà a ciò che gli è permesso di legge, il prestito dalla criminalità prevede come leva per la riscossione la violenza e l’intimidazione. Non tutti reggono quella pressione. L’Osservatorio Suicidi istituito dalla Fondazione Brain Research ha registrato nel 2023 ben 888 casi di suicidio e 833 tentati suicidi. Essendo questi dati desunti dal monitoraggio dei media su tutto il territorio nazionale e non da dati certi (l’ultimo report Istat su questo argomento prende in considerazione il 2017) non solo non possiamo dare certezza del numero ma non possiamo neanche azzardare uno studio sulle motivazioni.

Abbiamo però i dati sulle denunce di estorsione: nel 2023 sono 11.438. Mettere in relazione i numeri delle denunce per usura a quelle per estorsione non è consequenziale perché l’estorsione non è SOLO la fase successiva dell’usura ma si configura in tantissimi casi, dal “pizzo” alla restituzione anche di piccole somme di denaro spesso legata all’ambiente della droga. Ma è fuor di dubbio che il sommerso del non denunciato dell’usura, i grandi numeri sull’estorsione e quelli sui suicidi siano legati a picchi negli anni di particolari crisi economiche (2008-2011, 2020 ad esempio) e collegati tra loro. Sarebbe utile cominciare a ragionarci su seriamente, istituire un ente che possa raccogliere dati più certi sui quali lavorare per mitigare il fenomeno.

Il rapporto tra usura e accesso al credito

C’è necessità di approfondire e indagare il fenomeno dell’usura soprattutto perché l’economia italiana, specie nell’universo delle micro e piccole imprese compresi i liberi professionisti e le ditte individuali, è molto fragile, basta un passo e decine di migliaia di attività vanno in crisi per motivi che almeno alcuni di noi hanno ben chiari ma che sono articolati. Dal mio punto di vista uno dei più grandi “colpevoli” della questione usura è il sistema bancario italiano. Secondo il report della World Bank “Doing Business”, in cui si analizza la facilità di fare impresa nei paesi del mondo secondo una serie di parametri, l’Italia è agli ultimi posti per accesso al credito. E per “ultimi posti” intendo in rapporto a tutto il mondo. Per dare un’idea, il rating usato come parametro dalla World Bank è su base 100 dove 100 è il migliore (gli USA hanno un punteggio di 95), la media dell’area Europa e Asia Centrale è 72.2. L’Italia ha 45 e si posiziona al 119esimo posto. Significa che avere un finanziamento è estremamente difficile.

Nel report riguardo all’accesso al credito, tuttavia, la voce più inquietante è un’altra: l’indice di solidità dei diritti legali (“Strength of legal rights index”), che misura fino a che punto le leggi su garanzie e fallimenti tutelano i diritti di mutuatari e prestatori, facilitando l’attività di prestito. Su una scala da 0 a 12 il punteggio dell’Italia è appena 2 malgrado siamo ai primi posti per profondità di conoscenza dei dati creditizi. Tutto questo significa che la possibilità per rendere l’accesso al credito “ufficiale” più facile c’è ma deve esserci vicino la volontà di farlo. E cosa c’entra questo con l’usura?

Il ruolo delle banche nella crisi delle piccole imprese

I motivi per cui un imprenditore decide di chiedere soldi a uno strozzino hanno quasi tutti a che fare con la difficoltà di accedere ai canali legali. Poniamo la situazione in cui una piccola impresa ha da incassare fatture importanti ma i clienti risultano morosi. Nel frattempo gli stipendi arretrati si accumulano così come i debiti con i fornitori. A un certo punto iniziano ad arrivare anche le cartelle esattoriali e viene messa a repentaglio l’emissione del DURC, che significherebbe sostanzialmente bloccare l’attività (almeno in alcuni settori). Quale istituto finanziario farebbe credito a un’impresa in questa situazione? Parliamo di micro e piccole ovvero realtà che fatturano meno di 2 milioni e non hanno grandi margini e utili. A meno che l’imprenditore non possegga proprietà immobiliari e le metta a garanzia non hai possibilità neanche di accedere all’anticipo fatture, anche perché prendere l’anticipo su fatture di clienti morosi non farebbe altro che peggiorare la situazione qualora non saldassero.

Come prevenire e affrontare il fenomeno dell’usura

Questo accade perché l’istituto finanziario non è garantito da leggi forti in caso di fallimento del debitore (e come lui anche dipendenti e fornitori non se la passerebbero bene). È lì che si cade nella trappola dell’usura, quando qualcuno ti poggia la mano sulla spalla e mentre tutto sembra esserti contro sembra darti fiducia. Ma poi? Approfondiremo nei prossimi episodi.

Se sei vittima di usura, estorsione o racket cerca l’associazione della tua città e chiama subito il numero di riderimento. Clicca qui per vedere la lista delle associazioni riconosciute dal Ministero dell’Interno.


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