Attualità

Settembre è un incubo. Vi racconto perché

di Frida Gobbi -


Settembre è arrivato, e con lui il solito pacchetto di emozioni, stress e la tanto attesa riapertura delle scuole.
Per i genitori sfiniti dalle lunghe, lunghissime vacanze scolastiche, questo evento segna il ritorno alla normalità e anche un po’ alla libertà, perché – è inutile dirlo – le vacanze scolastiche durano tre mesi e le ferie (quando va bene) due settimane. Se è vero che in estate il tempo in famiglia si intensifica, permettendoci di passare con i figli momenti di qualità, d’altra parte la fatica di conciliare impegni lavorativi, attività ricreative e gestione domestica è immane.
Organizzare le giornate diventa un rompicapo. I nonni sono i primi ad essere precettati, i più svegli prenotano per tempo lunghi ritiri spirituali in India, altri si piegano al destino di trascorrere l’estate con gli adorati nipoti. A dare sostegno entrano in gioco anche i centri estivi che riescono a coprire gran parte dell’estate e poi – per chi può permetterselo – i campus di lingua straniera e le scuole di vela.
E va bene così, l’estate è un mix di momenti di pura gioia e di panico controllato, ma alla fine si sopravvive.
Quindi arrivati a settembre i genitori, e anche i nonni, possono finalmente tirare un sospiro di sollievo… Il ritorno alla normalità, i ritmi regolari delle giornate tornano magicamente ad incastrarsi tra orari scolastici, sport e attività extrascolastiche.
La realtà però, ha un modo tutto suo di scombinare i piani, chi deve affrontare un inserimento al nido si avvia ottimista con il proprio piccolo al suo primo giorno: è tutto meraviglioso, il nido è un servizio attivo già dai primissimi giorni di settembre, l’ambiente è curatissimo, a misura di bambino, le maestre sono stupende e accoglienti e tu quasi versi una lacrima di commozione… Tuo figlio è sereno, incuriosito da questa nuova esperienza, ma senza di te lì non ci vuole stare, piange, piange forte, “in fondo chi le conosce quelle – pensa la creatura sono delle estranee”. Proprio quelle estranee, infatti, ti comunicheranno con garbo e dolcezza che un buon inserimento dura almeno tre settimane e che l’orario di permanenza al nido sarà ridotto, diciamo alle 11.30 per non stressarlo troppo fino a quando tuo figlio non sarà pronto a separarsi con serenità dai genitori.
L’inserimento alla scuola dell’infanzia è sicuramente più breve, i bambini sono più grandi e più inclini alla vita di gruppo ma inizia a metà settembre e probabilmente prima della fine del mese le uscite saranno anticipate.
Stessa cosa più o meno per la scuola primaria e così a seguire: bambini e ragazzi affronteranno la grande questione dell’adattamento al nuovo anno scolastico: nuovi insegnanti, nuovi compagni di classe, nuove aspettative.
Così se hai un figlio al nido lo accompagni alle 8.30 lo riprendi alle 11.30 e corri dalla figlia che ha iniziato la scuola primaria ed esce alle 12.30. Ma non è attiva ancora la mensa scolastica e così ti catapulti a casa in orario per accogliere il primogenito che frequenta le medie ed esce alle 13,10. Papà e mamma tra una riunione e l’altra gestiranno gli orari follemente ridotti, la scelta del materiale scolastico, l’organizzazione dei pasti, il supporto ai figli nei compiti, le riunioni con gli insegnanti, le chat dei genitori… Non sottovalutiamo poi il carico emotivo: ogni fase di crescita segna anche un cambiamento nel ruolo del genitore, e non è sempre così facile.

Insomma non ce l’aspettavamo, siamo disorientati e anche preoccupati, in un momento di lucida follia pensiamo che tutto questo non sia altro che un grande esperimento sociale per mettere alla prova la resilienza dei genitori. Allo smarrimento dunque si sostituisce la caccia selvaggia a chiunque possa occuparsi dei pargoli: i nonni che pensavano di essere finalmente liberi e sognavano le vacanze in località svuotate dal caos estivo si ritrovano improvvisamente catapultati in una nuova carriera a tempo pieno. Gli zii, noti per le attività spericolate, le parole proibite e i dolci fuori orario, ai quali di solito lasci con diffidenza anche il gatto, vengono promossi a educatori professionali. Le baby sitter sono tutte prenotate fino al 2035, ma non importa: settembre finirà e anche l’orario ridotto, e tutto tornerà a splendere nel complicato mondo dei genitori.


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