Israele bombarda gli sfollati a Khan Yunis: tende seppellite e crateri di sette metri
La furia di Benjamin Netanyahu non conosce più limiti. Almeno 19 persone sono state uccise e altre 60 sono rimaste ferite in un attacco notturno israeliano su un campo di Khan Yunis, in una zona designata come umanitaria. Residenti locali hanno affermato che sono state colpite tende che ospitavano sfollati nella zona di al-Mawasi, a ovest della città, causando enormi crateri. “Gli attacchi hanno creato tre crateri profondi sette metri e seppellito più di 20 tende”, hanno spiegato i soccorritori. L’esercito israeliano ha precisato che i suoi aerei hanno preso di mira un centro operativo appartenente ai combattenti del gruppo palestinese e di aver adottato misure per ridurre il rischio di danneggiare i civili. “Le organizzazioni terroristiche nella Striscia di Gaza continuano ad abusare sistematicamente delle infrastrutture civili e umanitarie, tra cui l’area umanitaria designata, per svolgere attività terroristiche contro lo Stato di Israele e le truppe dell’Idf”, ha insistito un portavoce militare. Hamas ha respinto questa ricostruzione, definendola una “palese” bugia che “mira a giustificare questi orribili crimini”.
Il coordinatore speciale delle Nazioni Unite per il processo di pace in Medio Oriente, Tor Wennesland, ha diffuso un comunicato in merito alla strage compiuta dallo Stato ebraico. “Condanno fermamente i micidiali attacchi aerei di oggi da parte di Israele su un’area densamente popolata in una zona umanitaria, designata da Israele, a Khan Yunis, dove si rifugiavano gli sfollati”, ha dichiarato Wennesland. Aggiungendo che il diritto umanitario internazionale “deve essere rispettato in ogni momento”, sottolineando che “i civili non devono mai essere usati come scudi umani”.
Il portavoce del presidente palestinese, Nabil Abu Rudeineh, ha accusato Israele di genocidio contro il popolo palestinese, sostenuto dagli Stati Uniti, evidenziando come queste azioni stiano mettendo a rischio la stabilità della regione. Ha denunciato i massacri quotidiani, come quello avvenuto a Mawasi, e le incursioni israeliane in Cisgiordania, ritenendo l’amministrazione statunitense corresponsabile. Abu Rudeineh ha esortato gli Stati Uniti a ritirare il loro sostegno a Tel Aviv e chiesto alla comunità internazionale di intervenire per fermare l’orrore e ristabilire la stabilità.
Durissima la presa di posizione dell’Iran: “Le organizzazioni internazionali, in particolare il Consiglio di Sicurezza dell’Onu, dovrebbero adottare un’azione immediata ed efficace per creare un deterrente e contenere i crimini illimitati del regime sionista”, ha fatto sapere il portavoce del Ministero degli Esteri iraniano, Nasser Kanani. “Con questi attacchi folli, il regime sionista ha dimostrato ancora una volta di non rispettare nessuna regola legale e internazionale e nemmeno le norme morali e umane”, ha aggiunto il funzionario. “La continuazione dei crimini atroci di Israele e l’espansione della sua aggressione contro l’integrità territoriale e la sovranità dei Paesi della regione sono un segno palese e innegabile di una minaccia alla pace e alla sicurezza internazionale, di un genocidio e di un crimine contro l’umanità”, ha concluso il portavoce.
Parole pesanti come pietre anche da Ankara: “Condanniamo il massacro di dozzine di palestinesi in un attacco contro tende di civili nella cosiddetta ‘zona umanitaria’ di Khan Yunis”.
“Il governo genocida di Netanyahu ha aggiunto un nuovo crimine alla sua lista di crimini di guerra. Coloro che commettono questi crimini saranno ritenuti responsabili di fronte al diritto internazionale. Continueremo a stare al fianco dei palestinesi nella loro marcia per la giustizia e la libertà”, si legge nella nota del ministero degli Esteri di Ankara.
Per il ministro degli Esteri turco, Hakan Fidan, “anche coloro che continuano a sostenere Netanyahu sono complici del genocidio in corso”. “Saranno ritenuti responsabili”, ha assicurato durante il suo vibrante intervento al vertice della Lega Araba in corso al Cairo.
Torna alle notizie in home