US tech entrepreneur Elon Musk, owner of Tesla, SpaceX and X, during the political event organized by Fratelli d'Italia 'Atreju 2023 Welcome Back Italian Pride,' in the gardens of Castel Sant'Angelo, Rome, Italy, 16 December 2023. ANSA/ANGELO CARCONI
Elon Musk potrebbe portare il Sud direttamente su Marte. Pare una boutade. Suona come una follia, sembra una pia illusione, l’ennesima, quando si parla del “solito” Mezzogiorno. Invece il viaggio interstellare di Elon potrebbe passare dal nostro Meridione. Dove le aziende, ormai da tempo, hanno messo su dei centri di eccellenza per quanto riguarda il comparto aerospaziale. Dalla Campania alla Puglia e poi il Nord. Dalla produzione alla ricerca. La (nuova) guerra dello spazio, in cui si affrontano i privati e non più gli Stati (e anche su questo ci sarebbe da scriver trattati), ci interessa da vicinissimo.
La promessa del tycoon è stata chiara. E a tanti, a troppi, è parsa l’ennesima sbruffoneria di un personaggio un po’ troppo sopra le righe. Eppure, se si parla di Elon Musk, occorrerebbe superare tanto gli steccati dell’ideologia quanto quelli del buon senso di cui è pieno un mondo insensato. E occorrerebbe, dopo aver tanto farfugliato dei fallimenti di SpaceX, tener presente che a giugno lo Starship lanciato in orbita dal Texas ha concluso la sua missione di circumnavigare il globo con pieno successo. Mentre la Nasa resta in ambasce per la figuraccia degli astronauti costretti a rimanere confinati sulla stazione spaziale internazionale a causa dei problemi alla navetta.
Musk, finalmente soddisfatto, ha promesso che entro due anni (2026) ci sarà il primo viaggio di un’astronave terrestre verso il pianeta rosso. Sarà senza equipaggio. Se poi tutto sarà andato per il verso giusto, dopo altri due anni (2028), il primo nucleo di esseri umani potrà partire alla volta di Marte. Dove, nei sogni di Elon, costituirà le basi di una colonia. Il cronoprogramma di Musk abbatte i tempi iniziali che prevedevano il primo viaggio senza equipaggio nel 2029. Bene. E cosa c’entra l’Italia e in particolare il Sud?
C’entrano, eccome. Perché Giorgia Meloni, il 23 settembre prossimo, sarà premiata a New York col Global Citizen Award dall’Atlantic Council. Sarà proprio Musk a darle il riconoscimento. Ma sarà proprio con Elon che la premier avrà un’interlocuzione privata che, secondo quanto ha riportato Bloomberg, avrà come temi privilegiati gli investimenti nei settori dell’intelligenza artificiale e dell’aerospazio. In cui, piano piano, siamo diventati una potenza. Nel 2020, il comparto valeva due miliardi di euro, oggi ne vale tre. Ed è solo l’inizio perché, grazie al Pnrr, sono stati previsti investimenti nell’aerospazio per quasi sette miliardi. Inoltre, da qualche anno, i distretti aerospaziali italiani – che complessivamente danno lavoro, contando anche l’indotto, a circa 6mila persone – sono passati da dodici a tredici. Di questi, cinque sono localizzati nel Sud, dall’Abruzzo fino alla Sardegna, passando per Campania, Puglia e Basilicata. Dove si lavora, come in Campania, alla creazione di una supply chain comune tra gli attori del settore (tra cui Leonardo e Thales) e una miriade di pmi (il Mimit, nel 2020, stimava fossero l’80% delle imprese attive nel comparto). Oppure alla ricerca, dai motori (sviluppati in Sardegna) fino agli incubatori di imprese e startup hi-tech (come in Puglia). Chiaramente anche il Nord è in prima linea sull’aerospazio, dal Piemonte alla Lombardia. Il lavoro portato avanti, per una volta senza divari, sta facendo dell’Italia una potenza in grado di rivaleggiare con la Francia. Che è preoccupatissima. Al punto che, nelle settimane scorse, i sindaci di Cannes e Toulouse, David Lisnard e Jean-Luc Moudenc, hanno deciso di intervenire in prima persona nel dibattito pubblico nazionale francese asserendo, in un intervento pubblicato da Le Monde, che mentre “l’Italia investe massicciamente nelle infrastrutture e tecnologie satellitari (con la creazione di una fabbrica di integrazione satellitare a Roma e il progetto Città dell’aerospazio a Torino), riscontrando successi immediati nelle esportazioni e nuovi contratti per i suoi produttori”, in Francia risuonano “diversi allarmi sullo stato dei produttori del settore” che inducono a notare “interrogativi sulla strategia francese”. Per i sindaci francesi: “Di questo passo, l’Italia supererà presto la Francia nella corsa ai satelliti, cosa totalmente impensabile solo dieci anni fa”. E chissà cosa accadrà se Meloni riuscirà sul serio a stringere un’alleanza con Musk capace di portare l’Italia, e il Sud, dritta su Marte.