“Piantare patate su Marte” per provare a combattere la siccità
“Senza le piante non ci sarebbe l’uomo, c’erano sulla Terra prima dell’uomo, alle piante l’uomo deve la sua vita”: ma oggi, di fronte ai cambiamenti climatici sempre più insidiosi e alla siccità che non è un problema solo per la Sicilia, la Sardegna e ogni parte d’Italia ove c’è carenza idrica ma è europeo e mondiale, dovremo davvero prepararci, come suggerisce Stefania De Pascale, ad allenarci per diventare agricoltori-astronauti e “Piantare patate su Marte”, il titolo del suo libro edito da Aboca in uscita oggi?
De Pascale è pioniera assoluta di una ricerca sull’agricoltura che cerca oltre i confini della Terra la nuova frontiera per le sue produzioni. Docente di Orticoltura e Floricoltura presso il Dipartimento di Agraria dell’Università “Federico II” di Napoli, da oltre 25 anni si interessa della coltivazione di piante per il supporto all’esplorazione umana dello spazio. Lo fa nell’ambito di progetti di ricerca finanziati dall’Asi, l’Agenzia Spaziale Italiana e dall’Esa, l’Agenzia Spaziale Europea.
Nel 2019 ha fondato il Laboratory of Crop Research for Space, uno spazio di ricerca dedicato alla caratterizzazione delle piante per i sistemi rigenerativi di supporto alla vita nello spazio, nato dalla collaborazione con il programma MELiSSA dell’Esa che studia il tema dal 1987.
Ma davvero finiremo su Marte a far crescere ortaggi? Solo per andarci ci vorrebbero 500 giorni, 430 dei quali solo per andare e tornare. E la Nasa avrebbe calcolato che per ogni astronauta lì impegnato servirebbero circa 2 tonnellate e mezzo di cibo.
Il titolo del libro, allora – De Pascale ne parlerà oggi pomeriggio al Gecko Fest di Spina in provincia di Perugia, che proprio all’acqua e alla sua ricerca dedica la sua sesta edizione – serve a creare consapevolezza sulla necessità che questi studi possano condurre, quanto prima, ad “orti spaziali” sulla Terra, negli ambienti ostili ove il climate change e la siccità hanno già cancellato tutto.
Un ecosistema terrestre ma artificiale, con le piante al suo centro. Già esistono le salad machine, piccole capsule di crescita per coltivare ortaggi a foglia. Con le patate è più difficile, ma la sfida è stata raccolta. Se già nello spazio, ove il primo ostacolo è l’assenza di gravità, si passerà dalla lattuga a piante che oggi vi possono crescere con più difficoltà, i campi resi aridi dalla siccità potranno essere visti come il laboratorio futuro della nuova agricoltura.
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