Cisgiordania, l’Onu denuncia ancora stragi
In seguito all’offensiva israeliana in Cisgiordania, tra il 25 agosto e il 2 settembre si è registrato il “numero più alto di palestinesi uccisi in una sola settimana” da novembre 2024. A lanciare l’allarme è stato il portavoce dell’Ocha (ufficio per il coordinamento degli affari umanitari dell’Onu) Stephane Dujarric. In questo periodo sono stati uccisi 30 palestinesi, tra cui sette bambini. “Le forze israeliane devono rispettare gli standard legali internazionali”, ha detto il portavoce. Si continua a morire anche nella Striscia di Gaza. “Il numero di vittime dell’aggressione israeliana fino ad oggi ha raggiunto quota 40.861, con 94.398 feriti”, si legge sul canale Telegram del ministero della salute palestinese.
Notizie contrastanti sui passi in avanti dei negoziatori. Il “90 per cento” dell’accordo per il cessate il fuoco a Gaza e la liberazione degli ostaggi ancora nelle mani di Hamas “è stato raggiunto”. Lo sostiene il Jerusalem Post citando un funzionario americano.
“Prima degli eventi di questo fine settimana, avevamo lavorato insieme all’Egitto e al Qatar, in particolare sugli accordi per lo scambio di prigionieri e sulla messa a punto di un pacchetto con cui sostanzialmente avremmo risolto tutto”, ha rivelato la fonte. Hamas accusa Tel Aviv di voler cambiare le carte in tavola: “Non abbiamo bisogno di nuove proposte. Ciò che è necessario ora è fare pressione su Netanyahu e sul suo governo e obbligarli a quanto è stato concordato”. Per il movimento di resistenza islamica, Netanyahu vuole “usare i negoziati per prolungare l’aggressione contro il popolo” palestinese. La decisione del primo ministro israeliano “di non ritirarsi” dal corridoio di Filadelfia “punta a ostacolare il raggiungimento di un accordo”.
Il cessate il fuoco a Gaza “ha la priorità per il governo italiano”. “Lo dico da amico di Israele: ci sono troppi morti, ci sono troppi palestinesi uccisi, non si vedono un’uscita e una direzione possibili e per questo gli sforzi della comunità internazionale dovrebbero essere sempre di più rivolti a chiedere al premier israeliano di lavorare per una tregua, un cessate il fuoco: non si può più aspettare”, ha spiegato Tajani in un colloquio con Il Foglio.
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