Crimine e superstizione: La Saponificatrice di Correggio
Leonarda Cianciulli, nota anche come la “Saponificatrice di Correggio”, è una delle figure più oscure e inquietanti della storia criminale italiana. Nata nel 1893 a Montella, in provincia di Avellino, ha vissuto un’infanzia travagliata, tra povertà e malattie. La sua vita è stata segnata da una serie di lutti e tragedie, che ha interpretato come conseguenze di una maledizione lanciatale dalla madre, con la quale aveva un rapporto profondamente conflittuale.
Trasferitasi a Correggio, un piccolo comune dell’Emilia-Romagna, Leonarda ha cercato di costruirsi una vita normale: ha sposato Raffaele Pansardi, un impiegato comunale e ha avuto 17 gravidanze, solo quattro arrivate a termine. Queste perdite, unite a una forte convinzione nella superstizione e nella magia, hanno alimentato la sua ossessione per la protezione della sua famiglia. Leonarda, convinta che solo sacrifici umani avrebbero potuto scongiurare ulteriori disgrazie, ha pianificato una serie di omicidi.
Tra il 1939 e il 1940, Leonarda ha attirato tre donne nella sua casa con la promessa di aiutarle a risolvere i loro problemi personali. Le vittime, tutte donne sole e di mezza età, sono state uccise in modo brutale: le ha drogate, fatte a pezzi e infine ha sciolto i loro corpi in un calderone. Ha poi utilizzato poi i resti umani per fabbricare sapone e biscotti, che ha distribuito ai vicini, ovviamente ignari dell’orribile verità.
Il primo omicidio è stato quello di Faustina Setti, una donna di 73 anni, alla quale Leonarda aveva promesso un matrimonio da favola con un uomo benestante. Dopo averla convinta a scrivere lettere ai familiari per giustificare la sua partenza, l’ha uccisa. Francesca Soavi, 55 anni, e Virginia Cacioppo, 53, sono andate incontro allo stesso destino.
Il caso della Saponificatrice è emerso solo dopo la scomparsa della terza vittima, il cui cognato ha denunciato la sparizione alla polizia. Gli investigatori hanno scoperto subito gli orrori nascosti nella casa di Leonarda, che ha confessato immediatamente. Durante il processo, la Cianciulli si è descritta come una madre disperata, disposta a tutto per proteggere i suoi figli. Nonostante ciò, è stata condannata a 30 anni di carcere e a tre di manicomio criminale, dove poi è morta nel 1970.
La storia di Leonarda Cianciulli è un inquietante esempio di come superstizione, ossessione e malattia mentale possano portare a crimini atroci.
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