Israele attacca la Cisgiordania. Hamas: così si estende il conflitto
Israele ha allargato il conflitto in atto a Gaza lanciando una vasta operazione in Cisgiordania, principalmente nell’area di Tulkarem ma anche a Jenin e nel campo di Al-Faraa, vicino a Tubas. Il ministro degli Esteri Katz ha chiesto “l’evacuazione temporanea dei palestinesi dall’area, in modo simile a come avviene in alcune zone della Striscia di Gaza”.
L’obiettivo delle forze di difesa israeliane (Idf) è neutralizzare la rete terroristica che ha pianificato il fallito attentato della scorsa settimana a Tel Aviv. Per l’Autorità nazionale palestinese si tratta una “escalation che porterà a risultati terribili e pericolosi”.
Lo Stato ebraico ha smentito le notizie di fonte palestinese secondo cui le sue truppe sarebbero entrate negli ospedali di Jenin e Tulkarem, sottolineando che non ci sono danni alle strutture. “Il nemico usa gli ospedali per rifugiarsi durante uno scontro con le nostre forze e ne abbiamo la prova”, ha detto l’esercito.
Il tenente colonnello Nadav Shoshani, portavoce dell’esercito israeliano, ha dichiarato che “grandi forze” sono entrate nel nord della Cisgiordania. Ha aggiunto che i nove morti sono tutti militanti. Altri cinque sospetti affiliati alle fazioni armate sono stati arrestati e, stando a Shoshani, le incursioni sono solo la prima fase di un piano di sicurezza più ampio e strutturato.
Hamas in un comunicato ha condannato l’offensiva affermando che è “un tentativo di attuare i piani estremisti del governo israeliano, espressi dai suoi ministri fascisti, contro i palestinesi nei territori occupati” nonché “una conseguenza diretta del silenzio sospetto” della comunità internazionale di fronte alle “chiare violazioni delle leggi internazionali e al deliberato attacco a civili indifesi con l’intento di sterminio e sfollamento”.
Il movimento di resistenza islamica ha chiesto alle forze di sicurezza fedeli all’Anp di sollevarsi contro Israele, la cui offensiva farebbe parte “di un piano più ampio per espandere la guerra di Gaza”. In una nota, le Brigate dei martiri di al-Aqsa, ala militare del partito al-Fatah al potere in Cisgiordania, hanno rivendicato di aver preso parte ai combattimenti.
Il presidente Abu Mazen ha interrotto la sua visita ufficiale in Arabia Saudita ed è tornato in patria “a causa dell’intensificarsi dell’aggressione israeliana nella Cisgiordania settentrionale”.
Per Jewish Chronicle, storico settimanale britannico, Yahya Sinwar si è circondato di 22 ostaggi vivi ed ammanettati e li starebbe utilizzando nei tunnel come “scudi umani” per proteggersi dai raid israeliani. Gli altri rapiti, vivi o morti, sono tenuti prigionieri da gruppi minori.
Le forze israeliane hanno fatto irruzione nel centro medico della Mezzaluna rossa palestinese nel campo profughi di Al-Faraa, a sud di Tubas, in Cisgiordania, dove hanno fermato il personale e interrotto ogni comunicazione. È quanto ha riferito su X la Mezzaluna rossa palestinese, pubblicando un video che mostra i paramedici allineati contro un muro.
L’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani ha fortemente criticato la “risposta sempre più militare” degli israeliani nella Cisgiordania occupata, condotta “in un modo che viola il diritto internazionale e rischia di infiammare ulteriormente una situazione già esplosiva”.
Il fotoreporter palestinese Mohammed Abd Rabbo è stato ucciso ieri mattina in un bombardamento israeliano che ha colpito la casa di sua sorella nel campo profughi di Nuseirat nella Striscia di Gaza. Morta anche la donna. Il sindacato dei giornalisti palestinesi ha fatto sapere che le forze israeliane hanno strappato la vita a 161 operatori dei media e ne hanno feriti altri 186 a Gaza e in Cisgiordania dal 7 ottobre. Altri 51 sono stati arrestati.
L’Iran potrebbe colpire un’ambasciata israeliana in un paese terzo come rappresaglia all’assassinio del leader politico di Hamas, Ismail Haniyeh. A sostenerlo è il New York Times, citando l’ex capo del Comando centrale statunitense, il generale in pensione Frank Frank McKenzie.
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