Usa-Cina: Sullivan a Pechino per stemperare le tensioni
È iniziata ieri la missione di tre giorni a Pechino del consigliere per la Sicurezza nazionale degli Stati Uniti, Jake Sullivan. Si tratta della la prima visita in Cina di un consigliere per la Sicurezza nazionale Usa dal 2016, dai tempi di Susan Rice, all’epoca dell’Amministrazione Obama. Sullivan è stato accolto dal responsabile del Dipartimento per gli Affari nordamericani e dell’Oceania del ministero degli Esteri, Yang Tao, e dall’ambasciatore Usa, Nicholas Burns.
In programma colloqui con il capo della diplomazia cinese, Wang Yi. In cima all’agenda, i conflitti in Ucraina e in Medio Oriente, le tensioni nel Mar cinese meridionale e la questione di Taiwan, oltre al dossier dazi.
Le Filippine, alleate degli Usa, hanno sollecitato la comunità internazionale a un’azione più forte contro il gigante asiatico per la sua “aggressività” nel mare oggetto di dispute e prove di forza.
La Cina “è il più grande elemento di disturbo per la pace internazionale nella regione dell’Asean – ha detto il segretario alla Difesa, Gilberto Teodoro, durante una conferenza stampa organizzata dallo Comando Usa per l’Indo-Pacifico – L’antidoto è un’azione collettiva multilaterale più forte contro la Cina”.
Secondo Teodoro, “una risoluzione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite di condanna della Cina e con l’ordine di fermarsi” sarebbe un’opzione praticabile, anche se non facile. “Il mondo non è perfetto”, ha affermato. Da mesi si susseguono gli “incidenti” in quelle acque tra unità filippine e cinesi.
Non rosea anche è la situazione con il Giappone, un altro Paese nell’orbita statunitense, che ha reso noto di aver fatto alzare in volo i suoi caccia, denunciando l’incursione nel suo spazio aereo di un velivolo militare cinese.
Per contrastare l’influenza della Cina e rafforzare la cooperazione marittima, lo scorso aprile alla Casa Bianca il presidente americano Joe Biden ha ospitato un inedito vertice trilaterale con il premier giapponese Fumio Kishida e il presidente delle Filippine, Ferdinand Marcos jr.
Mentre Sullivan cerca intese, sale il livello dello scontro tra e Cina e Canada per le auto elettriche, a seguito della decisione di Ottawa di imporre dazi del 100% sulle importazioni di quelle cinesi a partire dal 1 ottobre. Per il “Dragone” i canadesi violano le regole della Wto, con una mossa di chiaro stampo “protezionistico”, che ricalca quella adottata dagli Stati Uniti.
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