Il caso Durov fa precipitare le relazioni tra Russia e Francia
I rapporti tra Russia e Francia sono ai minimi termini in seguito all’arresto di Pavel Durov. Sono complessivamente 12 i reati che la procura di Parigi contesta al fondatore e ceo di Telegram, fermato sabato sera all’aeroporto di Le Bourget, nell’ambito di un’indagine giudiziaria aperta l’8 luglio 2024.
“L’arresto del presidente di Telegram in territorio francese è avvenuto nell’ambito di un’inchiesta giudiziaria in corso. Questa non è in alcun modo una decisione politica. Spetta ai giudici decidere”, ha assicurato sul social X il presidente francese, Emmanuel Macron.
Macron ha ribadito che il suo Paese ha più che mai a cuore “la libertà di espressione e di comunicazione, l’innovazione e lo spirito d’impresa” e “rimarrà così”.
Il russo-francese creatore dell’app di messaggistica, era accompagnato da una ragazza identificata come Juli Vavilova, un’investitrice russa in criptovalute che, secondo il Daily Mail, si sospetta possa essere dietro il suo arresto. Vavilova, che sarebbe la fidanzata di Durov, è anche una streamer che trascorre la maggior parte della sua vita a Dubai.
Dopo che il caso ha assunto proporzioni internazionali, con ricadute sul piano diplomatico, sono circolate diverse foto di una donna che sembra essere Vavilova mentre fa colazione con lui e i suoi colleghi a Baku, la capitale dell’Azerbaigian. Sui social sono apparse non poche ricostruzioni fantasiose. Per alcuni si tratta di un’agente del Mossad che ha svolto il ruolo di “esca” per favorire la sua cattura. Per altri era proprio lei ad essere attenzionata dagli 007 israeliani.
“Dietro l’arresto di Durov c’è Washington”, ha dichiarato il presidente della Duma di Stato, Vyacheslav Volodin. “Telegram è una delle poche e allo stesso tempo la più grande piattaforma Internet sulla quale gli Stati Uniti non hanno alcuna influenza. Allo stesso tempo, opera in molti Paesi che sono di loro interesse”, ha proseguito Volodin sul suo canale Telegram, evidenziando che per il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, è “importante” prendere il controllo dell’app prima delle elezioni presidenziali americane.
“Per Washington, ha sottolineato Volodin, la sorveglianza sui social network, la loro totale censura e subordinazione, anche attraverso il ricatto con il pretesto di combattere vari tipi di minacce, è un metodo tradizionale di controllo politico e influenza esterna”.
Parole dure da parte del ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov: “Le relazioni tra Mosca e Parigi sono al punto più basso, anche per la posizione che assume riguardo libertà di espressione, libertà di diffusione di informazioni e, in generale, sulle questioni del rispetto della professione dei giornalisti”.
Durante una conferenza stampa, seguita all’incontro nella capitale russa con il ministro degli Esteri yemenita, Shaya Mohsin Zindani, Lavrov ha affermato che “è in fase di esame” la richiesta di accesso consolare per Durov.
Ad accrescere ulteriormente la tensione, sono le notizie che arrivano dal territorio russo. “C’è il pericolo di un incidente nucleare nella regione di Kursk”, nel sud della Russia, a causa degli scontri seguiti all’incursione militare ucraina. Lo ha avvertito il direttore generale dell’Aiea, l’Agenzia internazionale per l’energia atomica, Rafael Mariano Grossi nel corso di un incontro con i media tenuto dopo aver ispezionato la centrale sotto osservazione. “Data la gravità della situazione, guiderò personalmente la missione dell’Aiea”, aveva annunciato il giorno prima.
L’impianto “sta lavorando quasi in condizioni quasi normali”, ha spiegato Grossi, ma “insieme ai colleghi russi analizzeremo come evitare un incidente nucleare”, perché “c’è il rischio di un incidente nucleare nella regione di Kursk”.
Avendo “visto le conseguenze dell’attività militare vicino alla centrale”, il direttore ha osservato che proprio “le azioni militari vicino all’impianto rappresentano un pericolo per la sua sicurezza”. Al momento, tuttavia, è “prematuro paragonare la situazione a Kursk a quella a Chernobyl”.
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