Esteri

Non solo Covid, esplode il caso censura: Zuckerberg inguaia Biden: “Pressioni dalla Casa Bianca”

di Cristiana Flaminio -


Anche i democratici praticano la censura: almeno secondo quanto ha lamentato Mark Zuckerberg, patron di Meta. Che, in una lettera da lui inviata al capo del comitato giudiziario della Camera dei rappresentanti degli Usa, il repubblicano Jim Jordan, mette in imbarazzo Joe Biden e i suoi. Zuckerberg parte dalla vexata quaestio Covid e prosegue poi riferendo che i dem c’avrebbero preso gusto a “cancellare” e avrebbero voluto espungere dai social ogni contenuto ironico e satirico contro di loro e contro il presidente Biden. “Nel 2021 alti funzionari dell’Amministrazione Biden, tra cui la Casa Bianca, hanno ripetutamente fatto pressione sui nostri team per mesi affinché censurassero determinati contenuti sul Covid-19, tra cui umorismo e satira, e hanno espresso il loro forte disappunto quando non eravamo d’accordo”, ha affermato Zuckerberg. Che s’è detto pentito delle scelte che “con il senno di poi e con nuove informazioni non faremmo oggi”. Il capo di Meta ha poi spiegato: “Mi dispiace di non essere stati più espliciti al riguardo. Come ho detto ai nostri team all’epoca, sono fermamente convinto che non dovremmo compromettere i nostri standard sui contenuti a causa delle pressioni di qualsiasi amministrazione. E siamo pronti a reagire se qualcosa del genere dovesse accadere di nuovo”.

Il pentimento, un po’ tardivo a dir la verità, di Zuckerberg arriva a distanza di pochi giorni dalle furiose parole pronunciate da Elon Musk in merito all’arresto del fondatore di Telegram Pavel Durov. Il tycoon ha tirato in ballo il suo arcinemico affermando che “ha già ceduto alle pressioni della censura”. Adesso arriva la “conferma”. La questione social, negli Stati Uniti, è iniziata molto prima che in Europa. Almeno per ciò che riguarda la “censura”. E Meta è stata, dopo iniziali riluttanze, tra le aziende che hanno maggiormente aperto alle istanze provenienti dal mondo liberal e woke affidando team e linee guida ad associazioni impegnate nei diritti civili fino a giungere, all’inizio della campagna elettorale di quattro anni fa, a bandire il presidente, allora in carica, Donald Trump da Facebook seguendo, così, la scelta di Twitter, allora gestito da Jack Dorsay. Una mossa che ora, evidentemente, non rifarebbe. Chissà.


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