Economia

Libri e climatizzatori: si torna a scuola tra esposti e polemiche

di Giovanni Vasso -

Il mercato dei libri scolastici usati sul Lungotevere Oberdan a Roma, 23 agosto 2023. ANSA/FABIO CIMAGLIA


Settembre, tutti a scuola tra le polemiche, come ogni anno. E nel mirino, come sempre, ci sono gli aumenti. Tanto dei libri quanto del materiale di cancelleria che gli studenti dovranno utilizzare nel nuovo anno scolastico. Se da una parte i consumatori denunciano l’ennesimo salasso, dall’altra parte insorgono i librai che ammettono gli aumenti ma ne riducono la portata. Il Codacons è partito lancia in resta e se la prende con quella che, utilizzando un linguaggio a dir poco forte, bolla come “truffa dei libri” portando, con un esposto ad hoc, il caso all’attenzione della magistratura. In pratica, secondo i consumatori, “le famiglie sono costrette a riacquistare le nuove edizioni dei libri scolastici a fronte di aggiunte minime o modifiche esteriori”. Il Codacons, che ha quantificato in circa 1.300 euro a studente l’esborso per il materiale scolastico (mentre stime più “prudenti” parlano di un range di spesa tra i 600-700 euro), ha annunciato di aver presentato “una denuncia in Procura per truffa, con la richiesta di sequestrare i libri scolastici presentati come nuovi per verificarne il contenuto, visto che – scrivono i consumatori nell’esposto – come ogni anno, attraverso piccole modifiche ai testi, una nuova prefazione, capitoli introduttivi, dunque cambiamenti minimi, si immette sul mercato un nuovo testo che come tale deve essere acquistato ex novo per sostituire quello dell’anno precedente”. L’obbligo di nuove edizioni, che secondo il Codacons nasconderebbe “una ben consolidata strategia di marketing che renderebbe inutilizzabile un libro dell’annata precedente”, costringerebbe le famiglie a “rinunciare alle soluzioni al risparmio, come mercatini dell’usato e scambi” e “un meccanismo del genere condiziona negativamente sia chi acquista libri usati in buone condizioni sia i privati che cercano di vendere i libri di testo utilizzati dai figli”. Di fronte alle lamentele e alle accuse dei consumatori insorgono i librai. Il presidente della Sil-Confesercenti, Antonio Terzi, ridimensiona in una nota la portata degli aumenti: “Negli ultimi giorni sono state diffuse notizie riguardo al costo delle dotazioni per l`inizio dell`anno scolastico molto lontane dalle realtà: si parla di aumenti quantificabili nel 15%, quando gli aumenti si collocano mediamente attorno al 3%, in un range che va dall’1,8% al 3,5%”. L’aumento, però, c’è anche se è minore rispetto a quello denunciato. “A dirlo – assicura Terzi – non siamo noi: è sufficiente confrontare il prezzo dei singoli testi presenti nei cataloghi degli editori sia nel 2023 che nel 2024 per riscontrare l’effettivo aumento del prezzo dei libri di testo”. Il presidente Sil Confesercenti rispedisce al mittente le ricostruzioni sui costi gonfiati: “Purtroppo, come avviene da anni, queste ricostruzioni non rappresentano certo una fotografia reale della situazione: spesso vengono conteggiati anche gli aumenti anche della cancelleria di base. Ma pur mettendo insieme i due dati, gli aumenti della cancelleria sono nell’ordine del 4/5% e sono legati principalmente ad articoli griffati, siamo comunque ben lontani dal 15% in più sul 2023 fatto circolare in questi giorni”.
Ma la polemica, anzi le polemiche sulla scuola non finiscono qui. I ragazzi sono pronti al ritorno in classe ma troveranno le aule bollenti perché fa ancora caldo a settembre. Nelle scorse settimane alcune associazioni di docenti avevano chiesto al ministero dell’Istruzione e del Merito di posticipare l’inizio dell’anno scolastico a ottobre. Richiesta respinta. Anche dai consumatori col Codacons ancora una volta sugli scudi che ha chiesto al Mim di “mettere in campo interventi preventivi, viste le previsioni sugli effetti delle ondate di calore nel nostro Paese”. Non è una questione nuova, semmai ricorda molto da vicino quella risalente ai tempi della pandemia Covid, con le scuole che dovevano essere dotate di impianti per l’aria: “Se per il momento la situazione è ancora assolutamente gestibile e tollerabile da parte degli studenti e dei professori, nel lungo termine infatti le cose andranno a peggiorare. Per questo, nelle aule devono essere previsti adeguati interventi per difendersi dal cambiamento climatico e dalle ondate di calore che colpiranno l’Italia nei prossimi anni, dove i morti per il caldo – secondo un recente studio – triplicheranno entro il 2100”. Insomma, occorre fare in modo che gli edifici scolastici italiani siano all’altezza del compito fondamentale che la scuola si propone: “Misure di prevenzione e interventi – spiegano i consumatori – dovuti e necessari per garantire la salute e la sicurezza di studenti e personale docente. Per ora, invece, a chi abita la scuola italiana è chiesta una certa capacità di sopportazione: in attesa, ovviamente, delle opportune iniziative del ministero”.


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