Attualità

Il badante “Dottor Morte”, è giallo nel giallo: si è inventato tutto?

di Angelo Vitale -


Mario Eutizia, il 47enne badante campano che il nostro giornale ha indicato come “Dottor Morte” per la sua confessione di 4 omicidi di anziani nel giro di 10 anni dal Lazio alla Campania potrebbe essersi inventato tutto? E’ l’interrogativo che si pongono in molti, dopo le rivelazioni choc fatte da Eutizia ai carabinieri di Caserta lo scorso 22 agosto.

L’udienza di convalida svoltasi al tribunale di Santa Maria Capua Vetere ha presentato alla Gip Alessandra Grammatica un Eutizia portato a braccio in aula dai suoi due legali. Un uomo che ora si dichiara sofferente – diabete, malattie cardiache, forse una forma importante di una grave patologia sono le voci arrivate ai cronisti che seguono quotidianamente da cinque giorni la vicenda – e che già necessiterebbe di misure diverse dalla carcerazione. Forse gli arresti domiciliari in una struttura per l’accoglienza dei senza fissa dimora ove possa essere sufficientemente assistito dal punto di vista medico.

Una presentazione ai giudici che stona con il racconto che ne ha fatto in prima battuta un quotidiano locale, narrando che Eutizia sia stato riconosciuto tra gli avventori di un pubblico esercizio di Caserta ove si presentava “senza abiti sgualciti” e senza avere le fattezze di qualcuno abituato a dormire sulle panchine. Dove è stato Eutizia dopo il decesso dell’ultimo anziano che ha confessato di aver ucciso nel Salernitano, a Vibonati?

Ma le domande sono tante, sul badante che i suoi familiari residenti a Napoli hanno da tempo escluso dall’ambiente domestico e che definiscono senza incertezze come un truffatore – a carico di anziani in tutta Italia, dopo aver abbandonato in Campania il posto di lavoro in una cooperativa che si occupava di edilizia -. Raccontando che aveva perfino sottratto delle postepay a sua figlia, mentre già i carabinieri di Caserta cinque giorni fa lo avevano “fotografato” come tempo addietro denunciato per la sottrazione di un’autovettura ai familiari di un anziano che aveva assistito.

Come mai Eutizia non ricorda i nomi dei due anziani di Latina che furono le sue prime vittime dieci anni fa? Ha veramente dettagliato ai carabinieri le modalità farmaceutiche attraverso le quali sopprimeva le persone che doveva assistere? Insomma, sta dicendo la verità? O il movente di “pietà e carità cristiana” che ha subito esposto ai militari dell’Arma chiedendo di essere “fermato” dopo che la sua coscienza era arrivata a fermarne la scia omicida, è solo una indispensabile scusa per essere curato per le gravi patologie che lo affliggono? Anche stavolta, il presunto “Dottor Morte” è solo un truffatore?


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