Editoriale

Kamala Harris piace più al Pd che agli americani

di Adolfo Spezzaferro -


“America, la speranza è tornata”: così gli Obama hanno incoronato Kamala Harris, candidata alla presidenza degli Stati Uniti per il Partito Democratico. “Yes, She Can”, ha detto Barack facendosi il verso. Ma la vice del presidente Biden di certo non è una novità, anzi. Il fatto che possa incarnare la speranza dopo che come vicepresidente non l’abbia fatto minimamente, pare sfuggire ai media mainstream. I giornaloni antigovernativi del Belpaese poi già la incensano come nuovo modello di donna liberal in grado di sconfiggere le tenebre antidemocratiche incarnate dal maschio alfa Donald Trump. La nuova beniamina della sinistra occidentale – anche se il vento spira altrove, l’abbiamo visto alle ultime Europee e lo vedremo anche negli Usa a novembre – ha fatto un discorso alla convention dem che più banalmente populista non si può. Ha detto di tutto per non dire niente. Ma, attenzione: il populismo non appartiene alle anime belle della sinistra internazionale. Se la Harris spara supercazzole, lo fa per sconfiggere il male. Perché la fuffa la spargono solo gli avversari, brutti e cattivi. Ecco, in questa logica viziata auto-accecante dei due pesi e due misure – per cui a pari slogan elettorali iperbolici, quelli dem sono entusiasmanti e quelli del candidato del Gop invece bugie colossali – la Harris viene vista come la grande novità rispetto a The Donald (d’altronde lui è già stato presidente, no?). Ma a tutt’oggi l’unica grande novità della politica Usa è proprio Trump. Tanto da essere riuscito a sparigliare la prima volta, soprattutto sul fronte della politica estera, e da poter scombinare i piani del deep state pure al secondo giro. La Harris al contrario è il prodotto delle dinastie dem, quelle che hanno trombato Biden e che la stanno osannando perché non vogliono bruciarsi Michelle Obama prima del tempo. Espressione diretta degli apparati di potere Usa, la Harris – che non è popolare neanche tra gli afroamericani –, fallimentare come vice di Biden, soprattutto nel contrasto dell’immigrazione clandestina, non convincerà un elettore che è uno, al di fuori del bacino di voti dem. Woke e ideologia gender non interessano minimamente l’America profonda, che se vota, lo fa per Trump. E che li condanna, gli aborti gratis. Eppure in Italia la Harris viene vista come una Schlein formato gigante. Un modello da seguire per battere la Meloni. Perché come lei ha messo d’accordo tutti i dem (per loro è sufficiente che batta Trump), Elly può farlo con il campo che più largo non si può. #certocerto


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