Esteri

Kamala Harris accetta la nomination dem: “Sarò la presidente di tutti”

di Martina Melli -


Nell’ultima serata della convention democratica, Kamala Harris ha formalmente accettato la nomination presidenziale democratica definendosi, in caso di vittoria, “la presidente di tutti gli americani” e pronunciando un discorso che ha toccato (in modo molto vago) i punti chiave dalla sua campagna.

Prima ha raccontato del viaggio di sua madre come immigrata dall’India. Ha parlato della sua infanzia in un quartiere operaio di Oakland, California. “La classe media è dove provengo”, ha detto. Harris ha anche parlato del motivo per cui ha scelto di diventare avvocato e procuratore. “In tutta la mia carriera, ho avuto un solo cliente, le persone”. La neocandidata ha fatto appelli all’unità e a un percorso che vada oltre “l’amarezza, il cinismo e le battaglie divisive” della moderna politica americana.

Ha insistito sul fatto che oggi gli Stati Uniti hanno un’opportunità “preziosa e fugace” per “tracciare un nuovo percorso da seguire”. Ma (come al solito) si tratta di un percorso non meglio identificato.
Ha detto che si concentrerà sulla riduzione dei costi delle “necessità quotidiane”, tra cui assistenza sanitaria, alloggio e generi alimentari. Su una cosa non è stata vaga: il diritto all’aborto, che ha definito “un mezzo per preservare la libertà”. “L’America non può essere veramente prospera se gli americani non sono pienamente in grado di prendere le proprie decisioni sulla propria vita”, ha detto.

Trump, in un primo commento a caldo su Fox, ha dichiarato: “Kamala Harris avrebbe dovuto fare prima le cose che sostiene di voler fare ora, avrebbe potuto farle tre anni e mezzo fa”.


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