Cristiano Ronaldo fa gol su Youtube: l’esordio choc del suo canale
Dopo aver sfondato le reti di mezz’Europa, Cristiano Ronaldo “rompe” anche internet e fa gol su Youtube. Il campione portoghese ha aperto il suo canale di Youtube e in appena mezza giornata ha già ottenuto la bellezza di undici milioni di iscritti, arrivando, questa mattina a sfiorare i 15 milioni di utenti. Il solo video di benvenuto, in appena 17 ore, ha già totalizzato oltre un milione di views. Quello in cui, insieme alla moglie Georgina, “parla” del progetto sta macinando milioni e milioni di clic, adesso ne ha 4,7.
Cristiano Ronaldo, oltre a essere una delle ultimissime superstar del calcio (insieme all’arcirivale Leo Messi), è già una certezza assoluta sui social dove conta 112,6 milioni di follower su X, 170 milioni su Facebook e 636 milioni su Instagram. È la rappresentazione plastica non già del calciatore azienda ma dello sportivo multinazionale. Un fenomeno che il calcio, eurocentrico, conosce poco e teme a differenza di quanto avviene, per esempio, negli Stati Uniti dove di sportivi capaci di costruirsi imperi miliardari ce ne sono tanti e attivi da decenni. Da Magic Johnson a Michael Jordan, solo per citare il basket dell’Nba.
I grandi numeri macinati in pochissime ore dal canale Youtube di Cristiano Ronaldo testimoniano le ragioni che hanno portato, un anno fa, il fondo Pif a investire milioni e milioni sul talento sportivo del campione portoghese, dato per bollito e finito dopo una stagione non proprio da incorniciare passata al Manchester United. Il “peso” del campione, capace di ammaliare e affascinare milioni e milioni di sportivi in tutto il mondo, è una dote che economicamente (e non solo) ha un peso enorme. L’Al Nassr, per citare la sua squadra nella Saudi Pro League, era conosciuta nei confini dell’angusto calcio mediorientale e da un pugno di appassionati almanaccatori di statistiche esotiche della pedata. Oggi, invece, è nota in ogni angolo del mondo. Questo perché non è la maglia a fare il calciatore, ma semmai il contrario. Questa, però, è un’altra storia.
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