Cronaca

Sharon, perché volerla uccidere? Che rompicapo

di Ivano Tolettini -


Perché uccidere una giovane che cammina per strada in una notte tropicale, a due passi da casa, con quattro coltellate mentre ascolta musica dalle cuffie del telefonino? Perché sorprenderla alle spalle, colpendola veloce come un lupo mannaro, prima di fuggire senza lasciare traccia? “Mi hanno accoltellata” dice con un filo di voce Sharon Verzeni all’operatore del 118, alle 0.52 del 30 luglio, mentre la vita le scivola via. Da allora il mistero. “Era una ragazza pulita, senza nemici”, ripetono i genitori angosciati ai carabinieri ieri in caserma.

Il femminicidio della 33enne Sharon a Terno d’Isola, nella Bergamasca, è il giallo dell’estate 2024. Da tre settimane nonostante gli investigatori dell’Arma stiano battendo tutte le possibili piste – dal delitto maturato in ambito affettivo a quello per possibili dissapori sul lavoro, fino a quello ad opera di un balordo o di un omicida seriale – non hanno fin qui trovato il bandolo giusto per districarsi nella matassa dei sospetti. I riscontri oggettivi ormai li conosciamo. Sharon poco dopo mezzanotte esce dalla propria casa per una camminata rinfrescante per sottrarsi alla calura delle notti tropicali come le ha consigliato la dietologa. Lo fa spesso, ma non in maniera rituale. Dunque per sorprenderla alle spalle, alle 0.52 quando lei telefona ansimante al 118 per chiedere aiuto (“mi hanno accoltellata”) bisognava conoscere in qualche maniera le sue abitudini oppure il killer potrebbe essere per lei uno sconosciuto? Tre fendenti alle spalle e uno al petto sono le coltellate che la uccidono, come riscontra l’anatomo patologo, in via Castagnate a poche centinaia di metri dall’abitazione in cui dorme il compagno Sergio Ruocco. Convive con Sharon da tre anni e si frequentano da tredici. Hanno pianificato il matrimonio il prossimo anno e sono una coppia tranquilla. Quando i carabinieri suonano al suo campanello alle prime luci dell’alba lui sta ancora dormendo. Non sa nulla di quello che è successo. Il suo racconto è stato fin qui riscontrato in tutti i suoi aspetti anche più riservati.

L’alibi è in apparenza provato dalle telecamere di sorveglianza della zona. Ruocco è un tipo tranquillo, nessun elemento lo fa sospettare. Tra l’altro, la vittima da quando esce di casa non telefona né chatta con nessuno. Lei, che era originaria di Bottanuco, aveva un diploma di estetista, ma lavorava come barista da alcuni anni al Vanilla di Brembate. “Una ragazza senza grilli, che lavorava meticolosa e che non aveva mai dato né avuto problemi”, ripetono ai carabinieri, che sono coordinati dal pm Emanuele Marchisio. Di recente si era avvicinata a Scientology e anche su questo versante i detective hanno raccolto informazioni. Così come hanno ascoltato un idraulico di 37 anni col quale Sharon aveva un’amicizia. Un’esistenza, insomma, senza apparenti segreti né particolari preoccupazioni. L’altro giorno, dopo che giovedì scorso i carabinieri avevano risentito come testimone il compagno Sergio, i due fratelli della vittima, Melody e Cristopher, e il cognato Stefano Campana, sono stati sentiti a verbale per mettere nero su bianco una serie di particolari che potrebbero non essere utili alle indagini, come invece meglio lumeggiare dettagli finora trascurati. Com’è noto nei giorni scorsi sono sfilate in caserma decine di persone che abitano nei dintorni di via Castagnate e che hanno soccorso la povera barista nell’immediatezza dell’accoltellamento cui sono stati prelevati campioni di materiale biologico per eseguire il test del Dna.

Possibile che tra Sharon e il suo assassino non ci fosse alcun legame? Sono scesi in campo anche gli esperti del Ris di Parma per aiutare i colleghi della territoriale a risolvere quello che per adesso rimane un giallo inestricabile. A meno che, e sarebbe lo scenario più complicato per incastrarlo, il killer non sia un balordo. Ma per quale motivo avrebbe dovuto uccidere? C’è davvero la possibilità che ad agire sia stato un omicida seriale? È un’ipotesi che per i carabinieri è al momento marginale, anche se qualora fossero scartate le alternative bisognerebbe cominciare a coltivare. Per ora la vita privata di Sharon viene rivoltata come un calzino senza che emerga qualcosa di davvero interessante. Resta la domanda iniziale, perché uccidere una giovane che cammina per strada in una notte tropicale, vicino a casa, con quattro coltellate mentre ascolta musica dalle cuffie del telefonino?


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