Attualità

Salvini: Vannacci con noi a Pontida. Non farà un partito

di Angelo Vitale -


Il tono è perentorio, le parole non ammettono interpretazioni, come nello stile del Capitano della Lega. “Una risposta a tutti i sinistri, ai giornali: con Roberto Vannacci ci sentiamo un giorno sì e l’altro pure”. “Su di lui ci sono ricostruzioni surreali con l’attendibilità di Topolino. Vannacci è stato alla festa della Lega a Pontida la settimana scorsa, sarà a Pontida nel grande raduno di domenica 6 ottobre”. Così, anche sfruculiando la sinistra e certi giornali e addirittura ricorrendo al fumetto che spesso tiene in mano nei suoi post Facebook, Matteo Salvini, vicepremier del governo guidato da Giorgia Meloni, ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti e leader della Lega, in una diretta sui social taglia corto con le ipotesi di un movimento “vannacciano” autonomo ed indipendente dalla Lega, talvolta in questi giorni polemicamente sul fronte giornalistico alimentate con il favore di una pausa ferragostana priva di notizie certe dai Palazzi della politica.

“Roberto Vannacci sarà con la Lega, non con altri partiti – precisa Salvini – , mettetevi il cuore in pace. D’altronde l’anno scorso la sinistra e i giornali di sinistra, per settimane intere, ne hanno parlato e gli hanno fatto vendere il libro. Gli italiani lo hanno votato in più di mezzo milione con il simbolo della Lega alle elezioni europee, quindi penso che possa fare bene per la Lega e per l’Italia portando avanti le nostre battaglie a Bruxelles”.

Per ora, uno stop ai rumors che inseguono il generale, peraltro favoriti da parole a  cascata di un altro militare, già fondatore di un movimento da tempo noto alle cronache giornalistiche sulle varie galassie che agitano il pianeta della politica. E’ Fabio Filomeni, in qualche modo da tempo stuzzicato dai media a delineare i contorni di ciò che si muove intorno alla controversa figura dell’eurodeputato. Così il frettoloso monitoraggio di un centrodestra per certi versi ancora fitto mistero per molti, si è riempito in un baleno di “uomini del generale” che “aspettano un segnale” per passare all’azione senza i possibili lacci della Lega. Se non proprio l’alert di un golpe, nuovo fuoco sulla brace di “militari” che insidiano il “professionismo” della politica.


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